Zazen

La meditazione come modo di vita (Parte 3)


"Infatti, lo scopo della meditazione non è solo avere davvero una fugace visione di quello che è la nostra natura e penetrarla, ma anche portare una tale consapevolezza nella nostra vita quotidiana; la nostra esistenza ordinaria ed il modo in cui vediamo le circostanze normali della nostra vita saranno allora benedette da una tale prospettiva. Anche solo esercitarsi per un breve periodo nella meditazione può fare un mondo di bene, ma se volete una tale pratica abbia realmente un effetto stabile e duraturo, quello che dovete fare non è prenderla come una medicina o una terapia occasionale, ma come se fosse la fonte quotidiana di cibo o sostentamento.Solo allora gli effetti reali della meditazione potranno farsi sentire. Basta pensare a quanto a fondo abbiamo percorso l'altra strada, creando concretamente un'abitudine' che domina la nostra esistenza. Se guardiamo i nostri sogni, per esempio, vediamo che non sono altro che rappresentazioni ed immagini di abitudini, e, come si usa dire, "le vecchie abitudini sono dure a morire". Ci vuole 'un bel po', perchè se anche lo stato meditativo è un'arma molto potente capace di spezzare la confusione, è altrettanto vero che non fa parte della nostra esperienza quotidiana e che non è diventata essa stessa un'abitudine: così non siamo capaci di trasportare la sua influenza positiva nel mondo delle nostre abitudini radicate.Ma, ancora una volta, è importante non accentuare troppo concetti dualistici, di lotta tra bene e male; tutto questo è più simile al concetto di luce: quando splende, non si trova più l'oscurità.Così dobbiamo portare luce alle nostre vite, tirar fuori la nostra vera natura e permetterle di risplendere. Se guardate a certi grandi maestri, o ai buoni praticanti, o anche solo alle persone buone, vedrete che irradiano calore, una presenza che è fonte di ispirazione, e che potete riconoscere quando vi trovate in loro compagnia.E' interessante notare che i Tibetani, quando parlano tra loro, non chiamano il loro capo "il Dalai Lama" bensì "Kun Dun", che significa "la presenza". Una persona realmente presente è un Buddha, e questa presenza buddhica è ciò che dobbiamo coltivare. All'inizio viene chiamata "attenzione" e quando la si realizza pienamente, diventa 'presenza'. La disciplina della pratica reale della meditazione insegna a mantenere una tale presenza nella nostra vita quotidiana.Nel Buddhismo, si sente spesso pronuciare la parola 'disciplina': la disciplina non significa un atteggiamento rigido, o una routine militaresca senza senso dell'umorismo, ma una consapevolezza e presenza di spirito continua. Viene definita "come un profumo impregnante"....Lama Sogyal Rinpoche, Meditazione: che cos'è e come praticarla