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Vimala Thakar: Ritratto di una saggia contemporanea (parte IV)


Le chiedo di dirmi qualcosa sulle relazioni con gli altri. Vimala ha questo da dire: «La verità deve essere vissuta nella dinamica delle relazioni, non può essere vissuta nell’isolamento fisico. Quest’ultimo può essere apprezzato, se ne può parlare, ma non è la vita. Vivere è essere in relazione, e quando a quella verità è permesso di esprimersi senza paura, senza ambizione, senza il desiderio di asserire e dominare, quando alla verità è permesso di fluire nelle dinamiche delle relazioni, avviene il compimento che chiami illuminazione. È il completamento. È facile percepire la verità, ma è molto difficile permetterle di consumarsi nella nostra vita. È come un matrimonio non consumato». Ride liberamente e in modo profondo, non sono sicuro se spontaneamente o perché è stupita dalle sue stesse, inconsuete analogie.Apprendo con interesse che molti suoi studenti vivono in casa con lei e che questa è una sistemazione ufficiale, formale; loro hanno chiesto di vivere lì e lei considera il fatto di averli accettati come un impegno da onorare. «Gli impegni sono un’opportunità molto preziosa. Per esempio, dire di sì a qualcuno, permettergli di venire a vivere con te. Poi devi comprendere le persone, quello che piace e non piace loro, le loro debolezze e i loro meriti».«Una volta compresi i punti di forza e le debolezze dei tuoi studenti, è parte del tuo compito di insegnante agire in base a ciò che vedi in loro?», chiedo, curioso di scoprire fino a quale punto sia coinvolta personalmente con gli studenti.«Mio caro, una volta visto il potenziale inesauribile contenuto in loro (del quale possono non essere affatto consapevoli) agisci di conseguenza, colpendo i loro punti deboli affinché la personalità ne sia libera. Cerchi di creare delle situazioni nelle quali il meglio di loro venga fuori. Il ruolo dell’insegnante, quindi, e l’impegno da onorare, richiedono che (alla luce della mia comprensione) io colpisca o cooperi quando è necessario, che a loro piaccia o meno. Se a loro non piace, se ne vanno, perché non c’è alcun vincolo.Mi hai rivolto una domanda molto importante, grazie. Infatti, qualche volta devi essere molto severa. Lo scopo che li ha fatti venire va onorato. Non vengono soltanto perché vogliono cambiare luogo; vengono come ricercatori. La relazione tra l’insegnante e lo studente è qualcosa di sacro. Mi coinvolgo quanto basta per correggere i loro scompensi. Non mi coinvolgo se piangono; semplicemente, ignoro le loro lacrime. Se il loro ego è ferito, non ci bado. Mi coinvolgo quel tanto che è sufficiente a non far dimenticare loro lo scopo per il quale sono venuti. È uno splendido modo di vivere».Commento che, mentre alcuni lo apprezzerebbero, sono sicuro che ad altri non piacerebbe. «Alcuni si isolano, altri vanno via, e hanno il diritto di farlo. La gente non ama fare affidamento su se stessa. Quando li riporto a se stessi, a molti non piace, non lo reggono. Sono venuti per la sicurezza. E dico: “Guarda, se fai così, se fai quello, questo è il risultato. Ora scegli. Prendi la tua decisione”.«Il riflesso che dai rivela quanto sia autentico l’interesse di quella persona per la verità», mi trovo a dire, più come un commento spontaneo che come una domanda.Dopo una pausa, lei dice con solennità e sentimento: «Sì, e se ne avvicini due o tre che sono autentici, hai vissuto la tua vita. Non è il numero che ha importanza».L’atmosfera nella stanza è vibrante. Frammista al nostro dialogo si è manifestata una tangibile corrente di meditazione e la stanza pulsa di silenzio. È un’esperienza rara essere con una persona così presente e disponibile, oltre che con un’enorme profondità da condividere.Discutiamo il valore di una Sangha, cioè di una comunità di ricercatori, basata su ciò che sta dicendo. Parliamo di quanto si possa imparare in un tale ambito, mentre da soli non possiamo ricevere dagli altri un riflesso accurato. In questo modo, suggerisco, una comunità spirituale può diventare un veicolo molto potente per l’evoluzione.«Direi il solo», dice all’improvviso, sbalordendomi con la sua assolutezza. Prima che possa considerare le implicazioni di questa affermazione, aggiunge: «Andrei ancora un passo avanti visto che qui, in India, l’isolamento fisico e il ritiro sono stati enfatizzati al massimo. I ritiri e la solitudine fisica sono utili e rilevanti nel processo educativo. Sono necessari, ma non come dimensione in cui vivere».Suggerisco che se in una comunità si riuniscono degli individui dotati di un’autentica passione per la verità, esiste un altro modo di relazionarsi, e non solo quello basato su una volontà di fuga o su un sostenersi a vicenda perché non si è abbastanza forti da affrontare la vita.«Giusto», aggiunge con passione; «se ricercatori ed esploratori vivono insieme, ognuno stimola l’altro. Sei vulnerabile ed esposto, quindi resti attento tutto il tempo e non c’è auto-inganno.La verità non è una teoria, ma un fatto della vita. La verità vibra nelle dinamiche delle relazioni. La fragranza della pace può divenire presente quando sei con gli altri. Ho passato mesi da sola in una grotta; so che cosa significa quel tipo di pace. Ma quando sediamo insieme, la fragranza della pace ha una qualità diversa. È viva.Nella spiritualità non c’è niente da acquisire; c’è solo da comprendere e vivere la verità. Quando indaghi con onestà, la verità si rivela. L’Io ha tutto da perdere e nulla da guadagnare. E in quel sacro nulla e nessuno, la totalità viene rivelata. Così se i ricercatori (coloro che vivono insieme in una Sangha) realizzano che la spiritualità non è un movimento volto al possesso, ma un meccanismo di apprendimento, tutto diventa facile. Questo approccio alla spiritualità determinerà nuove dinamiche nelle relazioni umane».Il mattino è passato in quelli che sembrano pochi momenti; all’improvviso divento consapevole di ciò che mi circonda, della brillante luce del sole sui muri della piccola stanza. Realizzo quanto sia rimasto incantato e, volgendo lo sguardo al mio compagno, comprendo che non sono l’unico ad avere avuto questa esperienza. Quello che Vimala Thakar ha appena detto sul profumo della pace avvertibile nello stare insieme, è vero e palpabile. E, certamente, è vivo.
(dal Web)