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I due Messia

Storia di Giovanni di Gamala e Yeshu ben Pandera

 
 
 
 
 
 

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« La guerra santa dei Giud...Lazzaro e la sua resurrezione »

I martiri “cristiani”

Post n°20 pubblicato il 09 Febbraio 2014 da otto8dgl1
 

Scrive Plinio il Giovane all’Imperatore Traiano:

“… Chiedevo loro se fossero cristiani. Se confessavano li interrogavo una seconda e una terza volta minacciandoli di pena capitale e quelli che perseveravano li ho mandati a morte. Coloro che negavano di essere cristiani ritenni di rimetterli in libertà quando, dopo aver ripetuto quanto io formulavo, invocavano gli Dèi , veneravano la tua immagine e imprecavano contro Cristo, cosa che si dice impossibile ad ottenersi da coloro che siano veramente cristiani… Ricorrendo alla tortura non ho trovato nulla al di fuori di una superstizione balorda e smodata”.

Questo resoconto realistico che nulla a che vedere con gli esagerati e assurdi “martiri” inventati molto tempo dopo da Eusebio di Cesarea e da altri “Padri” Apologisti per “connetterli” a “Gesù”- va confrontato con un’altra cronaca altrettanto reale riportata da Giuseppe Flavio, per comprenderne il nesso e chiarire definitivamente a quale religione appartenessero i “martiri” che per “una superstizione balorda e smodata”, si lascarono morire sino a tutta la II° guerra giudaica del 135 d.C.

“…Riguardo a costoro non vi fu alcuno che non restasse ammirato per la loro fermezza o cieco fanatismo che dir si voglia; infatti, pur essendo stata escogitata contro di loro ogni forma di supplizio e di tortura soltanto perché dicessero di riconoscere Cesare come loro Padrone, nessuno cedette o fu sul punto di cedere, ma tutti serbarono il proprio convincimento al di sopra di ogni costrizione, accogliendo i tormenti e il fuoco con il corpo che pareva insensibile e l’anima quasi esultante…” (Gue. VII 418)

Questa è la descrizione del martirio di Ebrei messianisti ( in greco “cristiani”) citati anche dal filosofo storico Epitteto, agli inizi del II° secolo, che li chiama “Galilei” e li esalta come uomini che affrontano la morte senza paura.

C’è un altro particolare che si evidenzia nella lettera di Plinio il Giovane: Il Governatore di Bitinia e del Ponto denuncia la presenza di molti “cristiani”, mentre Tacito, Governatore della Provincia d’Asia (confinante con la Bitinia) non riporta la presenza di “cristiani”. Questo significa che in quella Regione sino al 112 d.C. NON VI FU ALCUN APOSTOLATO!

Ma anche l’ateo “San Luca”, prima di noi, rilevò questo particolare storico e quando scrisse “Atti degli Apostoli”, per non cadere in contraddizione, ordinò allo Spirito Santo di far sorvolare a San Paolo e Barnaba la Provincia d’Asia, senza atterrare e fare adepti cristiani:

“… Attraversarono la Frigia e la Galazia, avendo lo Spirito Santo vietato loro di predicare nella Provincia d’Asia (At. 16,6) e Dio, ubbidiente, eseguì la logica di Luca.

Questo dimostra che gli “Atti” furono scritti molto dopo il 112 d.C. e oggi l’esegeta che vede “Gesù” nel “Cristo” di Svetonio e Plinio il Giovane, è un mistico pervaso dal proprio credo in dio al punto di non considerare che i “cristiani martiri” dei due storici non vengono rivendicati da alcuno dei Padri Apologisti, coevi all’epoca dei fatti narrati e con motivazioni ideologiche molto più vive e attuali di quelle odierne, compreso l’apologista Giustino “martire beato”… ammesso che sia mai esistito!

 

Di Emilio Salsi: Giovanni il Nazireo e i suoi fratelli. (pag. 236/237)

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