Marco Zio BLOG

LE STRANE PENSILINE ATM DI PIAZZA EMILIA


 Ci voleva un ingegnere per fare (tanti) errori su un bel progetto Da anni i cittadini della zona, noi compresi, chiedevano le pensiline ATM in corso XXII marzo, all’altezza di piazza Grandi. E’ la fermata usata da molti per andare alle scuole di via Cipro, al campo giochi per i bimbi della piazza, ai vari distaccamenti della Clinica Igea o anche per andare a sedere in un prato davvero ben curato. La fermata però è sempre stata pericolosa, il divisorio per la corsia preferenziale necessitava un attraversamento pedonale per poi fermarsi su una lingua di terra chiamata pomposamente “area di sosta” dove non c’era nemmeno il palo dell’Atm, messo invece sul marciapiede principale. Ci è stato sempre detto che le pensiline hanno un costo elevato dato anche dal costo dell’occupazione di suolo (pubblico) che l’azienda (pubblica e municipalizzata) deve pagare al Comune (Municipio). Se la pensilina è appetibile per la pubblicità si costruisce, altrimenti no. Questo il concetto ripetuto fino allo sfinimento. Anche per questo nelle nostre periferie sono davvero poche e questo è discriminatorio. Inaspettatamente, la lingua di terra dove ci si bagnava sotto la pioggia in attesa dei mezzi pubblici è diventata marciapiede, due invero essendo stati fatti su entrambi i lati; le pensiline a lungo evocate, seppur ridotte, sono state posizionate ma… Purtroppo il ma esiste e in questo caso è rappresentato da un colossale errore compiuto nella realizzazione dei lavori. Se si scende dai mezzi che vanno in direzione centro, attraversando sulle strisce si arriva ad un lungo steccato metallico che impedisce di salire sul marciapiedi per decine di metri, obbligati a camminare sulla stretta corsia riservata ai veicoli privati. De invece si scende dalle vetture che viaggiano verso l’estrema periferia, l’ostacolo è opposto: le barriere impediscono di attraversare sulle strisce, che pure ci sono, e si deve camminare anche qui decine di metri prima di poter attraversare. Certo, le barriere servono a non far salire le auto sul marciapiede e a protezione del pedone, ma il controsenso è evidente. Almeno, da questo lato, non si cammina in mezzo alle automobili. Complimenti all'ingegnere, probabilmente consulente della Mestizia Brichetto in Moratti e di Catania