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LA SOCIETÀ CIVILE E I MOVIMENTI CIVICI SCRIVONO A MONTI (Comunicato Stampa)


Vari gruppi della società civile (vedi elenco sotto indicato), non approvando i criteri di politica economica e industriale con cui il Governo Monti sta affrontando vitali questioni come l'occupazione, il sistema di welfare ed il rilancio dell'economia, hanno deciso di chiedere un incontro sulla base di un documento che affronta più temi. Il primo, assai attuale in questo momento di sofferenza per milioni di famiglie italiane, riguarda il tema del lavoro. Occorre impegnarsi sia per creare posti di lavoro in settori “sostenibili” sia per riformare gli ammortizzatori sociali prendendo in considerazione, come già avviene in altri paesi d'Europa, tutele come il “reddito di cittadinanza” allo scopo di togliere dall'angoscia coloro che si trovano temporaneamente senza lavoro. Serve uno sforzo collettivo per dare all’iniziativa economica un' effettiva utilità sociale, come riconosciuto dall'art. 41 della nostra Costituzione. Il secondo è di portare all'attenzione dell'opinione pubblica il problema del debito, della spesa pubblica e del risanamento delle finanze. Si chiede una riforma fiscale e finanziaria che consenta di fare cassa sulla base di cespiti non utilizzati sino ad ora, come ad esempio una forte tassazione della speculazione finanziaria, il ritorno alla fiscalità progressiva previsto dall'art.53 della nostra Costituzione, la lotta all'evasione fiscale e all'illegalità, il taglio agli sprechi (in ambiti quali la politica, le società pubbliche, il sistema sanitario ecc) e alle spese per infrastrutture faraoniche come EXPO2015 o per gli aerei da caccia F35 che con i loro 15 miliardi di euro corrispondono ad una manovra finanziaria. I firmatari non capiscono come si possa pensare di continuare a sprecare denaro pubblico quando abbiamo acquedotti colabrodo, un trasporto per pendolari inefficiente, un patrimonio edilizio da riqualificare al 95%, i tetti delle scuole che cadono sulle teste degli alunni, servizi sociali e sanitari sempre più carenti. Il sistema dei servizi pubblici va migliorato e reso efficiente senza necessariamente privatizzare. Vanno inoltre tutelati (non svenduti!) i beni pubblici. Il terzo è di proporre un ragionamento strategico che tenga conto dei punti di forza dell'Italia: il patrimonio culturale, il paesaggio, la piccola impresa, la creatività e il sole. Attualmente le scelte politiche sono subordinate alle pressioni di varie lobby in nome di una ideologia liberista, che vorrebbe un mercato sempre meno sottoposto a regole e controlli. La politica dovrebbe invece riacquisire il coraggio e la forza di varare una serie di strumenti per intervenire sull’economia e indirizzarla a obiettivi più desiderabili da tutti. Servono urgentemente regole affinché le banche tornino a “fare le banche” finanziando l'economia reale e non attività meramente finanziarie e anche un maggiore controllo del pubblico sul loro operato visto il fallimento e l'incapacità della finanza di assicurare il bene comune o comunque l'interesse dei cittadini. Va rilanciata l’economia locale, promuovendo i settori sostenibili (bioedilizia e riqualificazione energetica, recupero dell'esistente, energie rinnovabili, agricoltura, bonifiche) la filiera corta, i negozi di vicinato, l’artigianato e la piccola-media impresa, altre forme organizzative di dimensioni medio-piccole alternative all’attuale modello industriale e alla logica dell’aumento continuo dei consumi. Un esempio è dato dalla forma organizzativa dell’economia civile (cooperative e imprese sociali) che sa produrre reddito e al tempo stesso inclusione. I firmatari del documento non credono che alla “crescita” corrisponda necessariamente il benessere dei cittadini, chiedono piuttosto un'economia che rispetti i lavoratori e sia in equilibrio con l'ambiente e sono decisi a riprendere in mano il loro futuro grazie all'introduzione della democrazia diretta a fianco di quella rappresentativa e ad una legge elettorale che serva per avere rappresentanti scelti dai cittadini e non dai segretari dei partiti. La politica non deve essere al servizio dei grandi poteri economici e finanziari e deve tornare a rispondere ad una domanda fondamentale: cosa serve ai cittadini per vivere sereni? Liste civiche Marche www.listecivichemarche.it Centro Nuovo Modello di Sviluppo www.cnms.it Ecologisti e Reti civiche, Verdi europei www.ecologistiecivici.it Movimenti civici www.movimenticivici.it Movimenti civici Sicilia www.movimenticivici.org Partito Umanista www.partitoumanista.it Rete civica italiana www.retecivicaitaliana.it Per info Italo Campagnoli 335 1607427 - Lara Benazzi 347 540 943 1 - Roberto Brambilla 338 88 03 715