Marco Zio BLOG

SI IMPICCA IN VIALE UNGHERIA


Ci sono articoli che non si ha voglia di scrivere e questo è uno di quelli.Mi capita sempre più spesso, lo confesso: la sofferenza, il dolore, la morte mi rendono particolarmente fragile, forse perché in questo periodo la mia salute è condizionata da queste realtà). Ma quando derivano dall’ingiustizia sociale, allora è la rabbia a prendere il sopravvento.Giuseppe Polignino, 51 anni, abitante in viale Ungheria con la madre 69enne e il padre di 10 anni più anziano, aveva confessato al figlio, di ventun anni di sentirsi molto giù. Una vita difficile, la sua; un passato che lo ha visto vittima della droga, il coraggio di reagire lavorando prima con il padre, poi come taxista e quindi come autista, la separazione dalla moglie una dozzina di anni prima e poi la perdita del lavoro.Raccontano amici e vicini che era gentile e cordiale e con questo suo delicato modo vendeva rose nei locali o all’esterno dell’orrido supermercato Billa.Alla fine il peso della sofferenza, la frustrazione e la delusione hanno avuto il sopravvento: tornato da una serata al bar è sceso in cantina e si è impiccato. L’ha trovato la mamma due giorni dopo."Qui la situazione è quasi disperata. Sono in tanti quelli che si rivolgono al centro Caritas. E sono in tanti quelli che, alla mattina, escono alla ricerca di un lavoro" ha detto Don Giuseppe, parroco della parrocchia della Beata Vergine Addolorata in viale UngheriaIn tutto questo, le Istituzioni dove sono? Persone alle quali viene tolta anche la dignità, senza supporti, aiuti, sostegno, senza più sogni e speranze.I soldi delle tasse dovrebbero servire a questo, siamo, dovremmo essere, uno Lo Stato sociale, uno Stato che si fonda sul principio di uguaglianza e che ha (dovrebbe avere) la finalità di ridurre le disuguaglianze sociali. Invece comperiamo armi, costruiamo ponti e gallerie che nessuno vuole, paghiamo un mascherato finanziamento ai partiti….Tutti abbiamo il diritto di sperare, di sognare di vivere con con dignità. Ciao Giuseppe (Marco Zio)