Marco Zio BLOG

LA PASQUA LAICA, IL CIOCCOLATO E IL CAMBIAMENTO di Francesco Lefons


Da profano della religione, per non dire da apostata, ho sempre percepito la Pasqua come una bella festività. Pensandoci bene un motivo c’è: la Pasqua è la meno religiosa delle feste religiose. Sì, è vero, con la Pasqua si celebra la resurrezione di Cristo, ma il concetto di rinascita – da cui deriva quello di resurrezione cristianamente inteso – affonda nell’intimo della quotidianità. Una quotidianità laica, fatta di tanti piccoli cilci vitali, di esperienze, di conoscenze. E’ talmente umano rinascere, percepire il cambiamento come metafora di una vita nuova (nel bene e nel male), che qualsiasi traccia di divino dovesse insinuarsi nella percezione di questa condizione sarebbe costretta a fare i conti con l’esperienza sensibile della tattilità.Vissuta dalla postazione di un piccolo giornale che tenta di raccontare una porzione di realtà, la Pasqua diventa quasi un auspicio. E questo perché rinascere significa continuare a lottare, mettersi ancora una volta in discussione, non arrendersi. Il che non è così scontato viste le tante difficoltà che ogni giorno si presentano dinanzi a chi tenta di produrre interpretazioni possibili di ciò che accade (e a volte non accade). Inutile negarlo, si procede per tentativi ed errori e la mancanza di regole certe può spaventare a tal punto da indurre all’auto castrazione dell’iniziativa. Le difficoltà, è noto, spingono alla paralisi.Ma è la costruzione del cambiamento, il fascino del tentativo, a sostenere l’entusiasmo anche quando tutto sembra immobile e uguale a se stesso in un territorio che per sua naturale vocazione tende alla conservazione dell’esistente. Giornalisticamente parlando il sabato prefestivo del villaggio ha la capacità di svuotarti del tutto; ti sbatte in faccia tutto il suo immobilismo, il suo meritato riposo: e la botta si sente. La voglia e la capacità di movimento sono messe a dura prova e si rischia di essere risucchiati nel limbo di una lentezza ancestrale; e magari ti ritrovi a riflettere sul senso della Pasqua come non avevi mai fatto prima e poi finisce che metti per iscritto tutto quanto e qualcosa, nel profondo della superficie, è cambiato.Oggi, quando romperò l’uovo di cioccolato – rigorosamente fondente – che chissà per quale motivo ho comprato, e la solita patacca dozzinale verrà al mondo a reclamare la sua inutilità, potrò pensare al cambiamento come a una necessità imprescindibile, da realizzare con urgenza. Buona rinascita a tutti e a tutte; o, se si preferisce, buona Pasqua. (http://www.20centesimi.it/blog/Francesco Lefons