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INTIMIDITI DALLE GANG I TESTIMONI DELL’OMICIDIO DI LUCA MASSARI


 Balordi e malavitosi proteggono gli assassini del CorvettoLuca Massari investì con la propria auto un cucciolo di cocker. Un incidente fatale che costò la vita all’animale scappato dalla padrona. Era il il 10 ottobre 2010 e quando Luca scese dalla vettura per cercare di prestare soccorso, venne aggredito dai proprietari dell’animale. Scrive Repubblica: “In pochi attimi viene preso di mira dalla proprietaria, Stefania Citterio (26 anni), che gli inveisce contro minacce e insulti: per concludere brandendo un casco da moto con un emblematico “ora ti ammazzo”.  A dare manforte alla pazza indiavolata, ci pensano il fidanzato, un balordo della zona, Morris Ciavarella, 32 anni e il fratello della Citterio, Pietro, 27″.Dopo un mese di agonia, il giovane tassista morì nel suo letto di terapia intensiva per una  lesione cerebrale causata da una ginocchiata in pieno volto.Ciavarella venne arrestato poche ore dopo il pestaggio e dopo alcuni giorni, in un clima di omertà diffuso,intimidazioni ed auto incendiate, si riuscì ad arrivare agli altri due complici. Oggi, dopo che Ciavarella è stato condannato a sedici anni di carcere con rito abbreviato, solo quattro testimoni hanno confermato quello che hanno visto. Ma loro non vivono più nel quartiere Ripamonti degli aggressori. Gli altri testi hanno tutti tentato di ritrattare, o hanno presentato certificati medici (“problemi psicofisici”) per non presentarsi in tribunale.“Avendo paura che succeda qualcosa a me e alla mia famiglia, non voglio testimoniare” dichiara uno dei 13 impauriti ed oggetto di intimidazioni e minacce, come il giovane che telefonò in diretta al 117 e indicò senza esitazione la targa dell'auto su cui stava scappando l'assassino: ma quell'accusa non vale nulla se non viene ripetuta in aula, e il testimone ha fatto perdere le sue tracce.“Non è un processo di mafia a Palermo o di camorra a Napoli, ma un processo per omicidio a Milano.” Scrive un giornale, ma qualcosa di eroico deve pur esserci nel testimoniare contro i bastardi assassini tant’è che l’allora sindaco, Donna Letizia, premiò con l'Ambrogino d’oro Stefania Berti, la testimone che per prima denunciò il pestaggio costato la vita al tassista Luca Massari.Marco Zio