Marco Zio BLOG

INIZIATA LA DEMOLIZIONE DELL’ECOMOSTRO DI PONTE LAMBRO


 Lunedì 25 giugno, alle ore 14.30, è iniziata la demolizione dell’ecomostro nel quartiere Ponte Lambro, in zona Bonfadini/Monluè, un assurdo albergo costruito per i Mondiali di calcio di Italia ‘90 e mai completato. Per anni rifugio di extracomunitari, tossici, delinquenti e, addirittura, presunti appartenenti alla ‘ndrangheta, lo scheletro di 7 piani era in stato di degrado ambientale e di abbandono da anni, con problemi anche per la stessa sicurezza degli abitanti della zona. L’ecomostro è, suo malgrado, il più noto esempio di edilizia incompiuta milanese: impossibile non notare dalle tangenziali lo scheletro abbandonato in mezzo al verde. Doveva essere un hotel con 300 stanze distribuito su 240 mila metri quadrati. Doveva, perché il progetto fu avviato con la legge speciale per i Mondiali di Italia ’90 e in vent’anni non fu mai ultimato. L’ex assessore all’Urbanistica, Carlo Masseroli, voleva farne un campus universitario ma poi non se ne fece nulla; Antonio Macchitella del comitato Ponte Lambro, sostiene che ci fosse un progetto, firmato dall’architetto Marco Romano, che prevedeva la riqualificazione di tutto il quartiere”.L’abbattimento è iniziato dalle pareti perimetrali dell’edificio con una macchina di 280 CV di potenza, dotata di braccio meccanico di 20 metri e “pinza” da demolizione. Le modalità dell’abbattimento sono state concordate con il Parco Agricolo Sud.Con un provvedimento dell’assessore all’Urbanistica Ada Lucia De Cesaris, l’attuale Amministrazione ha messo la parola fine a ciò che era diventato uno scempio urbanistico e una ferita per Milano. Il provvedimento, approvato dalla Giunta Pisapia il 18 novembre scorso e dal Consiglio comunale il 24 novembre, ha previsto a fronte di un accordo l’abbattimento dell’ecomostro da parte della proprietà e il ripristino a verde dell’area cedendola definitivamente all’Amministrazione comunale in coerenza con le finalità di rivitalizzazione delineate dal Parco Agricolo Sud. L’accordo è un esempio di come pubblico e privato possano collaborare in modo proficuo a vantaggio dell’intera comunità. (Marco Zio)