Marco Zio BLOG

PRIMO TRAPIANTO DI CELLULE STAMINALI PER SALVARE IL FEGATO


 Le cellule staminali prelevate da un feto abortito terapeuticamente a causa di una malformazione e trapiantate nel fegato di un uomo di 72 anni in fase terminale di cirrosi epatica hanno salvato la vita al paziente; il complicato intervento è stato condotto venerdì 20 luglio, con successo, al Policlinico Umberto I di Roma.Mentre ancora ci si chiede se l’utilizzo di cellule staminali nella ricerca sia eticamente corretto e la popolazione tende ancora a dividersi sul punto, la scienza segna grossi passi in avanti: l’intervento svolto all’Umberto I è infatti il primo trapianto di cellule staminali al mondo per salvare il fegato, e quindi la vita, di un paziente: l’uomo di 72 anni affetto da una grave forma di cirrosi epatica in fase terminale è stato salvato da una morte certa e potrà giovarsi di una rinnovata aspettativa di vita grazie all’intervento dell’equipe medica romana.Questo straordinario intervento del Policlinico romano, coordinato dall’equipe di Domenico Alvaro, Eugenio Gaudio, Pasquale Berloco e Marianna Nuti, realizzato, fra l’altro, con l’ausilio di un team interdisciplinare composto da numerosi specialisti e ricercatori, è stato effettuato nell’ambito di un protocollo di ricerca che comprende 20 pazienti, tutti in fase terminale o in stato avanzato della patologia.La ricerca è stata sovvenzionata con i finanziamenti stanziati dal Ministero dell’Istruzione e dell’Università e della Ricerca, dal Consorzio Interuniversitario dei Trapianti d’Organo e dalla Agenzia Regionale dei trapianti, ed è stata, infine, approvata dal Comitato Etico del Policlinico Umberto I di Roma.In questo caso le cellule staminali, poi infuse nel fegato del paziente senza alcuna manipolazione attraverso l’arteria epatica, sono state isolate nell’albero biliare di un feto, abortito terapeuticamente a causa di una gravissima malformazione e disfunzione dell’organismo.Dopo oltre 5 anni di ricerca condotto dalle Facoltà di Medicina e Farmacia dell’Università La Sapienza di Roma in collaborazione con la North Carolina University hanno dimostrato come queste cellule staminali, infuse in un fegato cirrotico, sono in grado di stimolare i processi riparativi degli organi e a sostenere quelle funzioni che sono state gravemente compromesse  danneggiate dalla patologia.Nei prossimi mesi verranno valutati gli effetti stabili del trapianto sulle funzioni del fegato; qualora la serie programmata di interventi si rivelasse un successo dal punto di vista clinico - medico, il trattamento potrà essere esteso ed applicato ai pazienti affetti da cirrosi epatica in lista d’attesa, ai pazienti non candidati al trapianti, nonché al trattamento delle malattie genetiche epatiche e ai soggetti malati di epatite fulminante.Siamo davvero dinanzi ad un incredibile passo in avanti nel campo della scienza medica che da speranza a migliaia di persone.Fonte: www.net1news.org