Marco Zio BLOG

CASINI SPIAZZA MONTEZEMOLO (BRRR)


L’ennesima trasformazione politica di Pier Casini spiazza il solo Montezemolo che si vede soffiare sotto il naso i possibili alleati di una sua minacciata discesa in campo.E’ ferito il poveretto a tal punto da mandare in giro una sconclusionata newsletter che bolla il Casini come un buon pescatore: Montezemolo, che non è nemmeno questo, continua a fare vecchia politica, tacciando come pietanza indigesta per gli elettori e per il paese la vecchia politica dell’Udc.Su questo ha ragione, del resto i democristiani pescano nello stesso mare.Ecco il testo targato Italia Futura (Marco Zio)Cara amica, caro amico, l’UDC ha fatto buona pesca mentre la società civile italiana ha dimostrato, e non è la prima volta, la sua subalternità alla politica, anche quella indebolita di questo finale di seconda Repubblica. I messaggi che escono della convention di Chianciano, se solo si va oltre le photo opportunity di rito, appaiono sommamente confusi. Da una parte l'UDC si candida a proseguire la politica del rigore e del rinnovamento inaugurata dal governo Monti, dall'altra schiera una prima fila che, sia pure con grande rispetto per le persone e le storie individuali, di nuovo ha davvero poco: Cirino Pomicino, De Mita, Buttiglione, La Malfa, Pisanu e financo Renata Polverini (addirittura portata ad esempio da Casini come avversaria degli sprechi e dei privilegi!). Possibile che ai Ministri e Vice Ministri accorsi a Chianciano non sia venuto in mente di prendere del tempo per capire la reale concretezza dell’operazione prima di spendere il loro piccolo o grande patrimonio di credibilità? Tra l’altro questo avrebbe giovato all’Esecutivo, oggi esposto alle legittime critiche di PdL e PD dopo che Ministri di primo piano hanno dichiarato più o meno apertamente di far parte del progetto di Casini (da antologia del politichese il “Candidarmi? Dovete avere un attimo di pazienza” pronunciato da uno dei Ministri presenti). Le buone intenzioni dell’UDC devono essere salutate positivamente. Si tratta dell’unico partito che sino ad ora ha preso atto almeno a parole della necessità di riformarsi e aprirsi alla società civile. Ma si tratta per l'appunto di parole e d’intenzioni. Per questo ci domandiamo se proprio l’incapacità dimostrata in questo frangente dalla classe dirigente non politica in prima fila a Chianciano, di porre con forza il tema di un vero rinnovamento, nei programmi e nelle persone, prima di precipitarsi a ingoiare l’esca di una promessa di candidatura, non contribuirà a frenare un già difficile percorso di riforma della politica. Ma è soprattutto sul piano dei contenuti che poco o nulla è emerso dall’assise di Chianciano. “Monti dopo Monti” è un programma davvero troppo scarno per una grande nazione. Insomma se al pescatore Casini va dato atto di aver fatto buona pesca con poca pastura, il fritto misto che esce dalle cucine di Chianciano rischia di essere una pietanza indigesta per gli elettori e per il paese.