ZuPurk !

CINQUE ZUPURK IN VAL CODERA!


Cinque Zupurk alle prese con i sentieri della Val Codera, domenica scorsa. Mentre Caradà viveva le sue emozioni sott’acqua, pakoloco, Cati, Zazzizza, Soni e Marco Cirillino hanno mollato Milano dirigendosi verso le montagne del lecchese.Tempo non eccezionale, caldo afosetto, ma buono e abbastanza ideale per una camminata in montagna.Uno strano quintetto, formatosi all’ultimo momento, ma affiatato come se avesse fatto almeno un centinaio di camminate insieme.Dopo aver trovato la strada giusta, verso mezzogiorno i nostri Zupurk sono partiti verso il Rifugio di Codera: un paio d’ore di cammino tranquillo, accompagnato da chiacchiere, foto, acqua, tè e la canzone “Calabresella”, l’inno di Zazzizza, che non era proprio così consigliabile da cantare in quella zona verde di boschi e di… lega nord.Si è arrivati lassù quindi e, dopo aver dato l’addio alle racchette di Marco, scomparse all’improvviso, i nostri amici hanno trovato un prato per il riposo del guerriero… e la mangiata dello Zupurk.A dir la verità, niente di particolare: panini, panini e panini. Mentre Marco vagava sui sentieri chiedendo a tutti i passanti se avevano visto due racchette aggirarsi da sole, gli altri si sono rilassati, mugugnando colonne sonore improbabili da indovinare a vicenda (Sostiene Pereira insegna…).Perfino un  po’ di pioggia, ma niente di preoccupante. Un paio d’ore a rilassarsi ad un tavolo del bar del rifugio, circondati dalla fauna locale particolarmente originale, con caffè e partita a scala 40, mentre il sole tornava a splendere.Atmosfera da film in quel baretto: mentre due cani lottavano tra loro, gli astanti stavano spesso in silenzio guardandosi a vicenda, e guardando noi, che guardavamo loro. Insomma, un magnifico scambio di sguardi. Quelli cosiddetti a rischio, nei quali può capitare che uno, incrociando lo sguardo, possa farti un sorriso, ma anche dirti: “Scusa, ma Tu che cavolo vuoi?”… e da lì sapete tutti cosa possa succedere. Ma non è successo, per fortuna, anche se Marco, homo curiosus, ad un  certo punto ha scelto di chiedere ad un uomo corpulento, che gli era a dieci centimetri, con dei pantaloni mimetici: “Scusi, lei è un militare?”. E quello non gli ha risposto nulla, non lo ha letteralmente considerato… un momento meravigliosamente imbarazzante e assai comico. E’ stato difficile trattenersi, soprattutto osservando l’espressione di Marco, che non poteva credere che quello non avesse sentito la sua domanda. Che c’entrava poi quella domanda, potreste dire… giusto, che c’entrava? Nulla, ma era perfetta in quel contesto. Il fatto che il Corpulento non abbia risposto, ci dà grande spazio all’immaginazione di quello che avrebbe potuto succedere e non è successo. Anche  perché, se avesse appunto risposto, ce lo avrebbe spiegato in una lingua che sembrava abbastanza difficile da percepire… Rientro a casa poi? Manco per idea. Una bella e tranquilla discesa fino alla macchina, con Sonia Messner a condurre il passo, e poi a Lecco per andare a mangiare una pizza con Virginia, che ci aspettava bella rilassata.Ottima giornata, non c’e’ che dire... e a presto qualche foto. Gli Zupurk hanno colpito ancora. Anche senza Caradà, anzi: alla faccia di Caradà! (per non parlare di quella furbetta di Caragrà che, un giorno, scriverà su questo blog tutte le sue ultime appassionanti avventure… si spera!).Alla prossima gita e, giovedì che arriva, tutti al Ragoo per la festa dello UILDM, mi raccomandooooooo!pakoloco zupurk