a mia figlia

Post N° 2


Chiunque, io per primo, si rende conto che nč č possibile, nč č tanto meno desiderabile, che un passato che ritorni sconvolga in qualsiasi misura la vita di nessuno, men che meno quella di una figlia, se č vero, come č logico desumere, da quanto esposto, che questa conduca una vita almeno apparentemente serena e priva di difficoltā, in modo particolare economiche. Ma non esiste solo materialitā, e in modo particolare nell'ambito di una famiglia, esistono, o almeno dovrebbero esistere, anche degli affetti. E per gli affetti negati, a maggior ragione, si deve, o meglio si dovrebbe, lottare. Non fosse altro che per capire, e per conoscere. La veritā. Devono, in un caso come questo, un papā e una figlia, rassegnarsi per sempre a non sapere mai l'uno dell'altra, fino alla fine dei loro giorni? E a vivere nell'illusione, magari appagante sotto il profilo psicologico, di ritenere di conoscere giā una veritā, o una spiegazione qualsiasi, per il solo fatto che si č cresciuti da sempre in questa consapevolezza, unilateralmente trasmessa? Top