Creato da aberrax il 22/02/2007
lettera a una figlia perduta
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Chiunque,
io per primo, si rende conto che nč č possibile, nč č tanto meno
desiderabile, che un passato che ritorni sconvolga in qualsiasi misura
la vita di nessuno, men che meno quella di una figlia, se č vero, come
č logico desumere, da quanto esposto, che questa conduca una vita
almeno apparentemente serena e priva di difficoltā, in modo particolare
economiche.
Ma non esiste solo materialitā, e in modo particolare nell'ambito
di una famiglia, esistono, o almeno dovrebbero esistere, anche degli
affetti.
E per gli affetti negati, a maggior ragione, si deve, o meglio si
dovrebbe, lottare. Non fosse altro che per capire, e per conoscere. La
veritā.
Devono, in un caso come questo, un papā e una figlia, rassegnarsi
per sempre a non sapere mai l'uno dell'altra, fino alla fine dei loro
giorni?
E a vivere nell'illusione, magari appagante sotto il profilo
psicologico, di ritenere di conoscere giā una veritā, o una spiegazione
qualsiasi, per il solo fatto che si č cresciuti da sempre in questa
consapevolezza, unilateralmente trasmessa?
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