La Porta dei Sogni

Hai paura di... Volare?


Per un momento, l'incantesimo si spezza: veniamo travolti da una valanga di gente confusa e distratta che non vede l'ora di raggiungere l'uscita. Cerco rifugio nell'angolo del mio sedile e con la testa cerco di muovermi da una parte e dall'altra per raggiungere nuovamente quegli occhi. La mia vicina mi guarda seccata: sicuramente starà pensando che non bastava la baraonda di gente che scende come una mandria di bisonti a creare scompiglio, dovevo incrementare il caos anch'io con i miei movimenti goffi e apparentemente insensati!Forse ha ragione... Lui sarà già sceso, e io mi sto affaticando per nulla. Era una sensazione così piacevole... Abbasso gli occhi sconfitta. Basta sognare. Appoggio la testa alla mano e guardo svogliatamente il finestrino. La gente passa davanti, si abbraccia, litiga, corre, si ferma. Ognuno con il proprio disegno quotidiano.Il treno riparte. L'equilibrio all'interno del vagone si è appena ristabilito, e anche la mia vicina è meno infastidita.Ma un movimento improvviso mi destabilizza. Qualcuno si siede nel sedile davanti a me: riconosco quegli occhi, quei capelli disordinati... E' lui, sei tu!Il cuore mi balza in gola e ostento un sorriso spropositato ma così innocente e spontaneo da non poterlo reprimere. Lui se ne accorge, e mi restituisce il sorriso.<< Scendi alla prossima?>>, mi chiede, sempre con un atteggiamento adorabilmente irriverente.  << Sì>>, rispondo io e mi si stringe il cuore dubitando che la mia risposta sia corretta.La mia vicina lancia un'occhiata di intesa e complicità che mi rende nervosa. Cosa avrà capito? Perchè si intromette? Poi guarda lui e ancora me. E poi stanca e improvvisamente triste, si lancia in una lettura approfondita del cellulare che tiene immerso tra enormi guanti verdi.Non so perchè, mi fa pensare ad una triste canzone.Quei pensieri mi hanno distratta un bel po'. Il treno si ferma ancora. Sono alla mia fermata. E' ora di andare e... Forse di salutare?Raccolgo tutto ciò che mi appartiene e con occhi bassi cerco di non farmi tentare dal suo sguardo. Non ho il coraggio di dirgli addio.Ma lui mi precede: Si alza di scatto, mi prende la mano e insieme ci dirigiamo verso l'uscita.Un nuovo mondo si sta aprendo a me, ne sono sicura. Lo sento dalla presa forte e sicura della sua mano, dal suo essere così irrispettoso ma deciso. Cosa vorrà da me, e cosa io da lui?Un momento prima di toccare il marciapiede della stazione lui si gira di scatto e mi dice: << Sono Daniele>>. I suoi occhi sono dentro i miei e sono così carichi di mondi, mappe, oceani immensi. Come si fa a racchiudere tanta immensità in due pupille? Non ci diciamo più nulla, ma sentiamo che in fondo è il nostro silenzio a parlare. Ormai siamo in strada, e non so proprio nulla di ciò che mi sta accadendo, e non sono neanche tanto sicura di volerlo sapere...