La Porta dei Sogni

Natale alle porte


La strada era grigia e anonima, piena di sconosciuti che la calpestavano freneticamente, indispettiti forse, dal continuo ritardo che attanaglia le loro vite. Per noi erano solo automi senza volto che ci venivano incontro per poi disperdersi in quell’istante metropolitano che ci aveva fatto incontrare per un millesimo di secondo, per poi farci dimenticare nel secondo successivo. L’aria era  fredda e ci sbatteva contro infilzandoci con gli aculei di ghiaccio di cui era armata, quasi a ricordarci che l’inverno, nonostante il cuore carico di emozioni, non fa sconti a nessuno. Si respirava l'atmosfera natalizia ovunque: i negozi stavano per chiudere data l’ora tarda, ma pur tirando giù le saracinesche, infondevano nel cuore dell’innocuo passante un briciolo di spirito caritatevole che suggeriva di spendere qualcosa in più anche per quel vicino di cui non ricordi neanche che aspetto abbia. Un misto di consumismo e sensi di colpa, padroneggia i giorni precedenti al Natale, costringendoti spesso a fare degli esami di coscienza che troppe volte ti mettono davanti ad un io freddo e insensibile e troppe poche volte ad un io solo ed umiliato. Chissà perché poi, tutto si altera in questo periodo… Procediamo noncuranti di tutto verso una meta che non conosco: Daniele tiene ben salda la mia mano che attratta dal suo calore, la protegge dal gelo. Cerco di osservarlo, ma la nostra veloce andatura non me lo permette.  La mia mente mi permette un attimo di lucidità: da cosa stiamo scappando? Stiamo scappando? Perché? Oddio, ecco che mi sale la paura dentro, come un vortice che parte dallo stomaco e arriva alla testa. Cosa sto facendo? Perché mi trovo qui? Perché la mia razionalità non mi ha bloccata? Sento quel sapore metallico in bocca che precede il panico… E ora? Abbasso la testa  e guardo le mie scarpe che una davanti all’altra seguono un percorso indefinito. Daniele capisce tutto: si ferma  e automaticamente immobilizza anche me, e con quegli enormi occhi che imprigionano il cielo, imprigiona anche me, ancora una volta. <> E chiude la frase con un enorme sorriso che scioglie gli aculei ghiacciati dell’aria intorno a noi. Poi accosta fugacemente le sue labbra alle mie e si distacca in maniera quasi impercettibile. Annuisco con la testa e riprendo il mio cammino accanto a lui, litigando con la mia razionalità e omaggiando il mio istinto con una corona d’alloro. E’ pura follia, mi ripeto, mentre guardo ancora le mie scarpe con le mie labbra ancora piene del suo calore e del suo sorriso.