La Porta dei Sogni

Tra amicizia e sorellanza


Susanna è la mia migliore amica. Non gliel'ho mai detto, ma entrambe sappiamo che è così. Ci sembra così riduttivo rinchiudere un sentimento tanto grande in un'etichetta, che abbiamo deciso di contare più sulla sostanza che sulla forma. Ed ecco che le nostre vite si compensano, si svuotano e si riempiono in uno scambio reciproco di esperienze e delusioni e incoraggiamenti che intrecciano ogni giorno i nostri destini. Susanna è il mio bicchiere mezzo vuoto: è la parte razionale del mio essere che mi riporta nella retta via quando il mio spirito libero prende il sopravvento. E' un ruolo che ha imparato ad assumere e ad amare col tempo, scoprendo i tanti vizi e difetti che da "brava maestrina" ha dovuto  spesso sopportare. Il nostro rapporto di amore/odio tocca le rive dell'adolescenza, dove un perimetro troppo stretto di un banco di scuola ha messo a dura prova il nostro personale livello di tolleranza reciproco. In lei vedevo tutta l'ostentazione di una perfezione irraggiungibile, un decoro quasi forzato di ogni sua capacità intellettuale che però troppo spesso la isolava dalla mediocrità della classe. Il suo rigore era troppo per me, chiusa in un mondo tutto mio e lontano da schemi e regole. La sua postura impeccabile, i suoi libri perfetti, la sua determinazione nel raggiungere ogni obiettivo possibile, gettavano me in un baratro di sregolatezze tale da autoconvincermi che l'olimpo della perfezione apparteneva solo ad una cerchia così ristretta di persone che alla fine avrebbe portato il mondo ad una oligarchia assoluta. Solo  anni dopo scoprii che anche lei mi invidiava: il mio carattere ribelle, la sfrontatezza nell'affrontare ogni professore senza timore e molto spesso con fare irriverente, la faceva sperare in un universo completamente diverso, fatto di desideri, avventure ed emozioni tipici di un'adolescenza da lei vissuta solo da lontano.Col tempo il nostro rapporto è mutato, complici i pomeriggi forzati da mia madre per recuperare un' ostica matematica  incomprensibile e severa. La sua generosità leniva i miei pensieri negativi su di lei, e la mia spensieratezza regalava una boccata di aria nuova alla sua austerità. Finito il liceo decidemmo subito di andare a studiare fuori e di prendere casa insieme: sapevamo già cosa volevamo e come. Da allora più che un'amicizia, la nostra divenne una sorellanza, varcando ogni confine di definizione possibile, e stringendo un patto invisibile che ci legava l'una all'altra, per sempre.