L'Inter ha vinto il 17esimo scudetto. Un risultato ottenuto per effetto della sconfitta in trasferta per 2-1 del Milan con l'Udinese. A questo punto la partita con il Siena (posticipo ore 20.30) si trasformerà in una grande festa per i tifosi nerazzurri. All'esordio su una panchina in Italia, Josè Mourinho conquista il suo primo scudetto tricolore.
LA GIOIA NERAZZURRA - Festa scudetto per giocatori, tecnici e dirigenti dell’Inter al termine di Udinese-Milan. I calciatori della squadra nerazzurra hanno assistito al match perso dal Milan, decisivo ai fini della matematica certezza del tricolore, nella clubhouse del centro sportivo di Appiano Gentile insieme al presidente Massimo Moratti e al tecnico portoghese Josè Mourinho. Nelle immagini mostrate da Inter Channel, il gruppo interista ha iniziato a brindare al fischio finale del match di Udine, terminato 2-1 in favore dei friulani. Oltre all’immancabile «I campioni dell’Italia siamo noi», scandito dagli applausi di Moratti, i giocatori dell’Inter hanno intonato un coro di scherno all’indirizzo dei cugini del Milan: «Chi non salta rossonero è!».
MORATTI - Le immagini di un Massimo Moratti gioioso sono state mostrate da Inter Channel. «Spero di arrivare presto al diciottesimo scudetto», ha commentato Moratti ai microfoni di Sky Sport. «I miei hanno retto fino alla fine di un campionato massacrante, laddove altri hanno ceduto - ha aggiunto - Non era per nulla scontato, come dicevano alcuni. Sono stati bravi». «Devo ringraziare per questo regalo che arriva da altre società» ha aggiunto Moratti che poi precisa: «Non ho mai capito di aver vinto il campionato, solo all'ultimo secondo della gara del Milan ho realizzato che stavamo vincendo». Un dono bellissimo nel giorno del suo 64esimo compleanno. «Un regalo esagerato, pensavo che sarebbe arrivato il giorno dopo. Ringrazio per tanto affetto che non mi aspettavo da parte di Milan e Juventus e tutte le altre squadre», dice con ironia il presidente dell'Inter.
A chi gli ricorda che adesso l'Inter ha 17 scudetti così come i cugini del Milan, il patron nerazzurro, lapidario risponde: «Ognuno pensa ai suoi. L'Inter fa la sua strada e spero di arrivare presto al diciottesimo». Poi, arriva il momento dei complimenti alla squadra: «Questo scudetto vuol dire che la squadra ha spirito di sacrificio notevole nonostante sia cambiato l'allenatore. La società è stata brava a tenere lo stesso atteggiamento, di farlo trovare bene e di fare il suo lavoro senza problemi. I giocatori sono fortissimi, sono seri perchè non è facile trovare la giusta motivazione dopo tre scudetti», sottolinea Moratti. Ogni scudetto ha una sua bellezza e questo è al momento quello per cui sto gioendo di più - continua Massimo Moratti - ma tutti gli scudetti sono belli, dal primo all'ultimo di questi quattro«. E con quattro titoli di fila l'Inter di fatto entra nella storia. «Non ho fatto altro che il mio dovere - prova a minimizzare il presidente nerazzurro - e se è successo, se siamo entrati nella storia del calcio, devo dire grazie a coloro in cui ho riposto fiducia e hanno fatto bene, dagli allenatori, oggi Mourinho, ai giocatori, che hanno espresso professionalità e anche attaccamento alla società, la volontà di arrivare a questo risultato. Per questo è un record valido dal punto di vista umano oltre che statistico-sportivo». Questo ennesimo successo sembra quasi cancellare tutte le amarezze del pre-calciopoli «ma credo che si senta ripagato soprattutto il pubblico - sottolinea ancora Moratti - Già il primo scudetto era la dimostrazioni dei motivi per cui non avevamo vinto precedentemente, gli altri hanno dimostrato ulteriormente che era vero». Lo scudetto cancella anche la delusione della Champions «ma in questo momento di questo benedetto trofeo in Europa non me ne frega niente, arriverà quando deve arrivare - aggiunge - quando avremo la stessa capacità di comandare la nostra emotività che abbiamo in Italia e magari un po' più di fortuna ma questa si deve anche conquistare e proveremo a farlo». Un successo annunciato quello nerazzurro, che le rivali hanno provato a impedire ma senza mai metterlo veramente a rischio. «La corsa è stata con noi stessi - replica il numero uno dell'Inter - Rendo onore a Milan e Juve ma non sono state alla nostra altezza».
MILAN SCONFITTO - La vittoria finale dell'Inter con almeno 24 ore di anticipo è «merito» del Milan che perde per 2-1 ad Udine e «regala» il 17esimo scudetto (il quarto consecutivo) all'Inter, che con 7 punti di vantaggio e due partite ancora da giocare da parte dei rossoneri, è ormai irraggiungibile dalla squadra di Ancelotti. Nel primo tempo il gol che ha spezzato l'equilibrio, è arrivato al 30', quando D'Agostino ha dato in area a Floro Flores, Maldini ha in qualche modo smanacciato l'attaccante che era davanti a Dida e Rizzoli (fra le proteste) ha indicato il dischetto. Precisa l'esecuzione di D'Agostino sulla destra di Dida. All'inizio della ripresa da segnalare una spinta di Inler ad Ambrosini in area. Poi il raddoppio: angolo di D'Agostino da sinistra, Inzaghi non arriva sulla palla e sul secondo palo Zapata ha insaccato di destro. A nulla serve il gol di Ambrosini su colpo di testa al 92'.
ROMA-CATANIA - Nel primo anticipo del sabato la Roma inquieta e delusa (pesa anche il successo in Coppa Italia della Lazio) ha battuto per 4-3 in casa il Catania al termine di una rocambolesca partita risolta solo 93' da Panucci. Per i giallorossi la vittoria era necessaria per una questione di piazzamento Uefa (almeno) e d'onore, in attesa di capire che succederà della società e dell'allenatore.
Giallorossi in vantaggio al 13' con un colpo di testa di Perrotta, etnei sull'1-1 al 16' con un tocco da sotto di Tedesco che batte Artur in uscita. Vucinic porta la Roma sul 2-1 al 17' dopo uno scambio con Perrotta, Artur è miracoloso al 27' su Martinez e Sciacca e ancora Perrotta, al 32', manda il match all'intervallo sul 3-1 grazie anche alla deviazione di Terlizzi. Nella ripresa, il Catania accorcia le distanze al 2' con una gran punizione di Mascara, sfiorando a più riprese il pari con Martinez e Llama. Il pareggio per i siciliani arriva al 27', quando Morimoto, servito da Tedesco, scappa in contropiede e supera Artur per il 3-3. Nel recupero, punizione di Pizarro e stacco vincente di Panucci per il 4-3 definitivo.
TERZO POSTO - La sconfitta del Milan offre alla Juve un'opportunità per centrare il secondo posto. Ma intanto in uno stadio senza pubblico (è stata ripristinata la punizione per i cori contro Balotelli), deve cercare di battere l'Atalanta. E pensare a difendere il terzo posto dal ritorno della Fiorentina. Scivolare al quarto sarebbe infatti un disastro: vorrebbe dire anticipare la preparazione come quest'anno (con i risultati che si sono visti) e fare un turno preliminare con squadre di livello medio alto. Ranieri, confermato fino a fine stagione (sul futuro si deciderà alla fine) recupera Grygera e De Ceglie per una difesa in emergenza. E sembra intenzionato a lasciare ancora in panchine del Piero e Trezeguet (41 gol in due lo scorso campionato) per mettere in campo Iaquinta e Amauri. A sua volta anche la Fiorentina non può distrarsi, perché per il quarto posto il Genoa è ancora in lizza. «Il consolidamento del quarto posto non è assolutamente vicino, è solo a portata di mano - ammette Montolivo - dipenderà tutto da noi. Non abbiamo ancora raggiunto niente, il Genoa ci crede e noi domenica dovremo stare molto attenti e concentrati contro la Samp».
SALVEZZA - La lotta a quattro in fondo alla classifica vede la Reggina (27 punti) in casa con il Cagliari, il Torino a Napoli e il confronto diretto Bologna-Lecce. Le altre sfide della domenica pomeriggio sono Genoa-Chievo e Palermo-Lazio.
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