LILLY E RAMBO

URGENTE NATALINO


URGENTE AIUTIAMO NATALINOUna preghiera d'amore e speranza in questi giorni.La coralità aiuta molto una creatura bisognosaSpero con il cuore e l'anima che ce la faccia....Questo è ciò che accade nel 2008, un giorno prima della nascita di Gesù bambino.C'è chi afferma che:"Se potrò impedire a un cuore di spezzarsi,se allevierò il dolore di una vita o guarirò una pena o aiuteròunpettirosso caduto a rientrare nel nido, non avrò vissuto        invano"Spero di farcela e di non morire.Ora sò che qualcuno mi ama….   
 
                                                                                                                                               
       23 Dicembre 2008 No sò ce la farò, stavolta sono stanco. Non sò chi mi ha ridotto così e non sò se avrò la forza di continuare a vivere. Mi hanno trovato in questo pomeriggio nell'interland romano, 23dicembre, un giorno prima della vigilia di Natale, dove tutti dovremmocercare di sensibilizzarci, ma per me nessuna pietà.Qui e altrovel'indifferenza è prioritaria, non c'è spazio per la pietà, ogni cosa èlecita e lo strazio della sofferenza è scontata e gratuita. Io ne sono l'esempio lampante. Ma non avete idea stavolta di cosa sia successo. Sono arrivato in una stradina col buio negli occhi, sono completamente cieco, trascinando il mio esile corpo stanco e mio ilmisero peso, solo 3 kg.Sono anziano e ho solo 3 denti, il mio tartufo è devastato da graffie rossori, magro come uno scheletro, completamente disidratato, con le ossa deformate dall'artrosi cercando disperatamente un po' di calore. Stavo morendo di freddo! Qualcuno, mosso da apparente compassione, chiama i vigili urbani che promettono un intervento immediato per portarmi al canile.A farmi compagnia nelle 7 ore pomeridiane di attesa, 2 signori, chequalcuno ha chiamato "animalisti". Hanno un cane maschio di tagliagrande, per cui li sento dire che no, non possono portarmi dentro casacon loro, nonostante sia stremato dalla fame, il freddo, l'apatia, dal buio dei miei occhi completamente bianchi come neve, opachi dallavecchiaia e da quella avvolgente stanchezza che, ormai, rende offuscatoil mio mondo e che forse, a breve, mi porterà alla morte.Comincia a cadere la nebbia su Roma, lo sento dall'umidità che non mi fa più percepire le ossa.Dei vigili nessuna traccia, i signori non pensano di caricarmi in macchina e portarmi in canile, o in una clinica, preferiscono salire suin casa prendere una cesta di Natale 40 cm x 40 cm, metterci unmaglione vecchio e tornare su strada dove mi trovo io, buttato su unmarciapiede intriso dal gelo. Per loro questo è il massimo, come biasimarli?Sento che mi prendono in braccio, quasi mugolo di gioia, ma nosemplicemente mi avvolgono nella maglia e mi lasciano lì in quellacesta in mezzo alla strada, solo, con un gelo e un freddo così pungenteche sembra di stare al polo nord.E chi l'ha detto che la morte è all'inferno?Sono ancora sulla terra e soffro come non mai. Per scaricarsi la coscienza portano anche acqua e cibo di avanzi maio non ho voglia di nulla,ne sento l'odore nauseabondo, ma vogliomorire e a breve sarò altrove.Li sento allontanarsi da me mentre parlano di pena, pietà,dispiacere, vorrei gridargli di restare, di non abbandonarmi, direstarmi vicino, ho bisogno di loro, ho paura "vi prego", provo amugolargli ma nulla, loro sono già aldilà del cancello ed io sono inmezzo al buio dei miei occhi, della mia anima in un'umanità priva diamorevole buonsenso,deturpata dall'amore puro,negata da totale indifferenza dove l'intervento di pochi è annientato dalla cattiveria ela crudeltà di molti.I miei umani vengono avvertiti della mia presenza non si sa come,tramite il solito scaricabarile che tanto li fa incazzare ma stavolta è grave, dicono che sono cieco, anziano e bisogna intervenire più disempre. Chi li informa, per assurdo, non vuole comunicare nè strada, né nome di chi mi ha ritrovato, solo perché nel sentire questa storia sisono arrabbiati, sdegnati, avviliti e hanno urlato a gran vocechiedendo dove fossi e perché stessi ancora in mezzo alla strada. "Chi è questa gente?", si chiedono."Colpevoli quasi come chi mi ha abbandonato"."Come si può vedere senza intervenire?"."Come si può vivere da sanguisuga sulla spalle degli altri?"Che muoiano all'inferno, bruciati dai dolori più grandi nel ricordo di un pessimo Natale.Dopo un'ora, tra telefonate e attese, l'omertà si spezza e arrival'indirizzo, il civico e la loro folle corsa in macchina, ma la strada non si trova. E' in periferia, c'è nebbia e loro non la trovano.  Solo dopo l'informazione di un ragazzo diretto nella stessa via, arrivano sul luogo ma io non ci sono.Vedono le ciotole con acqua e cibo e poco più in là una cesta vuota con un maglione.Illuminano con abbaglianti, ma nulla.Quasi si tranquillizzano:      "lo avranno preso e portato al caldo".L'uomo scende, la donna resta in macchina e fa cenno a lei che io sono lì nella cesta, immobile, ormai congelato.Folle e immediata la corsa in clinica e le carezze sul mio corpo. Mi muovo debolmente, sono stremato e senza forze. In clinica comunicano subito ai miei umani che sono grave, molto anziano, probabilmente malato di leishamania, non riescono neanche a prelevarmi il sangue, forse ho una spalla rotta, una brutta artrosi,completamente cieco. Mi mettono sotto flebo, antibiotico e a quel puntopiango di dolore.Quando mi manipolano il mio cuore batte tra le dita della volontaria che dice che peso così poco, solo 3 kg.Mi mettono in un box riscaldato, mi coprono,sono in eccessiva ipotermia, solo 36 gradi,non sanno se ce la farò.Domani comincerò tutta una serie di analisi e chiedo a voi col cuore in mano, per chi volesse e potesse un piccolo contributo.