Abbandonare Tara

quassù al nord


 
  Passo di qui: è una bella notte, in una magnifica città, tanto più a nord. Un altro tipo di bellezza.Il mondo del sole e della grande sete di sentimenti e umori forti del Mediterraneo sembra tanto lontano, quasi un sogno. O un lontano ricordo.Qui il grigio è tanto, ma anche tanto bello.Avvolge, attutisce, ovatta.Per una volta non fa freddo: incanto di questa lunghissima estate e poi insperato autunno tiepido che è planato come una coltre anche qui.Gli alberi faticano a farsi dorati di foglie gialle.Le nuvole stazionano immote, come trasformate in un secondo cielo, che nasconde l'azzurro, ma non oscura la luce lattiginosa e pallida di un giorno senza scansioni e ore. 
 Gli abbaini non più bohemienne (ma miliardari), una improbabile caccia al libro raro sui banchini dei quai della Senna, i tetti di ardesia, le luci, quelle nobili e quelle di basso rango, l'insegna dell'hotel appena fuori della finestra.Stanotte non dormirò. Solo l'idea di vivere questa notte, questa aria, questa città, mi dà una sensazione indicibile: voglia di perdersi e voglia di mettersi in gioco.Perché a Parigi devi essere all'altezza, sempre. 
al Musée Jacquemart-André