Abbandonare Tara

delle donne 8 - La grassa


 
Francesco Montemezzano, Ritratto di dama seduta, con fazzoletto e cagnolino Eccola, quella che vorrebbero mettere fuori legge. Come se i chili in più (ma "in più" rispetto a che cosa?) portassero via aria, spazio vitale, agli altri.Ma lasciatela in pace: con i suoi anni, i suoi riccioletti biondi stretti attaccati alla testa (un'altra bionda non convenzionale), gli anelli sulle dita a salsicciotto, la collana di perle a stringicollo, l'abito di gala, il cagnolino.Una ricchissima, tranquilla, signora dell'alta nobiltà veneziana ci guarda attraverso i secoli, imprigionata dentro se stessa prima che dentro la tela. Quello che oggi giudichiamo troppo (troppa ostentazione della ricchezza, troppa massa corporea) allora era solo un indice dello status sociale e quindi, in quanto dimostrazione di agio e sicurezza sociale, in certo modo assimilabile alla bellezza.Una bellezza percepita come tale anche dalla ignota dama, che non esita a mettere in mostra il suo decolté (da sempre uno dei punti di maggior richiamo di una donna bene in carne), le spalle e il seno appena velati.La bellezza, come sempre, sta altrove: altrove rispetto alle convenzioni del secolo in cui viviamo, altrove rispetto alle nostre visioni ristrette e alle nostte categorie. Sta principalmente nello stare bene con se stessi. E con gli altri: fossero pure, questi altri, solo un cagnolino. (Ma ditemi una cosa: come mai spesso le persone bene in carne, come questa dama e come Pavarotti, girano con un vistoso ed enorme fazzoletto bianco in mano?)