Sigmund Abeles, The Retired Fire Chief And His Wife Un San Valentino vero, duraturo, che proprio perche' e' vero, si trasforma con noi.Invecchia, si incurva, ha bisogno degli occhiali, deve fermarsi a riposare, ogni tanto.Un San Valentino della confidenza e dell'abitudine. Che bello il tuo corpo che sfiora il mio, che si appoggia sul mio, il ginocchio contro il ginocchio, che si sente a suo agio, esattamente come la tua mano trova la sua nicchia giusta dentro l'altra mano. Che sia tua o mia, non importa. I due corpi si conoscono talmente bene, ormai, che sono davvero (e non come nei bigliettini rosa o nell canzonette sdolcinate) un corpo solo.Un San Valentino della compagnia: io faccio le mie cose, tu fai le tue.Ma insieme.Come i compagni di viaggio che siamo, come gli amici, come madre e figlio o padre e figlia, come fratelli, come amanti.Senza ansie, senza noie ed insofferenze, senza paure o paura di essere inadeguati l'uno all'altro.Tutte queste cose, anche se ci sono state, sono passate.Anzi, no: ci sono sempre, ma ben sepolte, stanno a fermentare la terra dissodata e poi ben battuta su cui e' costruita la nostra dimora di vita.Un San Valentino del viaggio: chi parte e chi resta. Entrambi che aspettano. Guardare lontano e guardare vicino, leggere o sognare, ad una certa eta' hanno comunque bisogno di un aiuto meccanico.Come seduti si sta meglio se c'e' un cuscino; come camminare con scarpe comode e' enormemente piu' funzionale, non solo ad evitare il mal di piedi, ma anche a continuare ad andare lontano.Buon San Valentino da grandi.Grandi in eta', grandi in resistenza, grandi nell'amore.