Abbandonare Tara

Snow White


Tutti i santi Lunedì - MODA  
Thomas Gainsborough , Portrait of a Lady in Blue  Porto orgogliosamente il colore di capelli che la vita mi ha dato. Vanno imbiancandosi e mi sta perfettamente bene così.Per me, che ho perso qualche anno fa l'amica di infanzia, l'amica di sempre, avere i capelli che imbiancano vuol dire, consapevolmente, esserci: una fortuna, una scommessa vinta con la vita.Ma anche una scelta, fatta ormai molti anni fa.Davanti alle improbabili mesalliance che escono dai saloni dei parrucchieri; o, ancora, quei colori diversi fra davanti e dietro, frutto di improvvisate tinture casalinghe; le impietose ricrescite; le amiche morette di una volta che ti diventano rosse fuoco o bionde stoppa - mio zio diceva: biondo-menopausa. Mi pare che la mia sia anche una scelta sensata ed elgante.E poi una domanda noiosa, forse, ma che vorrebbe essere un invito a riflettere anche su banalità come queste. Una riflessione comunque salutare, in un'epoca in cui l'omologazione è norma.Perché annullare la propria storia, dire "non sto bene con me stessa"? Conformarsi alla massa di anonimità che percorre le nostre strade, che illude di regalare con un mezzo a buon mercato, una tintura, quello che ormai non c'è più.Il fascino del patto faustiano? O non piuttosto un conformismo imperante?Tingere i capelli è un po', secondo me, un sintomo di paura. Ha una valenza troppo simbolica, va ad incidere non tanto, se ci si pensa bene, sul benessere psicologico, sul "vedersi bene", sul mitico e abusatissimo "stare bene con se stessi".Altrimenti perché negare la verità di se stessi, attraverso il mascherare la cosa che più denuncia, nell'immaginario collettivo, l'età e cioè questo temutissimo imbiancarsi dei capelli?Col farlo gridiamo al mondo, caso mai, che con noi stessi non stiamo bene affatto.Tantissime altre migliorie spicciole hanno solo a che fare col rendersi gradevoli.Per rimanere nella sfera dei capelli, corti, lunghi, ricci, lisci, tutto il resto - insomma - è moda.  La fuga dal bianco che avanza è innegabilmente un tentativo, tragicamente illusorio ed effimero di regalarsi quello che nessuno può darci: il fermare il tempo. questo post appartiene anche al tag "delle donne 11"