Abbandonare Tara

10 oggetti ritrovati


 
Alexander Bell Middleton, An Aberdeenshire Guidwife 1. un cappello rosso, impermeabile, di quelli che ti riparano un po' se viene una pioggerellina leggera (e che ti fanno un piffero se piove sul serio). Nemmeno mi ricordavo di averlo, ma evidentemente era stato perso due volte: la prima volta, tra le altre cose, in fondo ad un cassetto, ed una seconda volta, perso nella memoria.2. una stella marina bellissima grandissima, un regalo di millanta anni fa di un innamorato molto romantico (e molto amante del mare). Dovevo averla seppellita da qualche parte, fra ricordi e souvenir, ma anche fra le memorie remote di un'altra vita.3. una ciocca di capelli biondi, provenineti dal primo taglio di TRE, che mia madre aveva conservato tra i suoi ricordi. I figli hanno fatto tutti quanti la faccia schifata, come fosse un cimelio macabro. Ma io sono felice che lei ci avesse pensato: un ricordo dolce di un bambino burroso ma terribile, un angelo biondo dalle mille pazzie.4. un biglietto di ingresso ad una mostra, ormai dimenticata. E' molto più importante il ricordo che porta con sé di un luogo che non frequento più, di una calda estate, di un abito bianco indossato da una bella signora, oggi vecchissima, che accompagnai, in una passeggiata culturale di cui mi fu grata. Conversazioni belle di una volta, belle menti che non ci sono più.5. una scatola piena di souvenir giapponesi mai consegnati: sono una inguaribile spendacciona ed una viaggiatrice per lavoro che si bea del romanticismo dei ricordi. In realtà quei ricordi sono solo miei e certo, una volta rientrata dal viaggio, devo essermi accorta che nessuno avrebbe capito o apprezzato, attraverso quei piccoli frammenti, un mondo tanto lontano.6. due saponette profumate alla vaniglia: adesso io adopero soltanto il sapone liquido, chissà a quando risalgono o chissà chi me le regalò. Magari le metto fra la biancheria, nell'armadio, tanto sono profumate!7. la mappa di Götheborg: ricordo di un freddissimo e ventoso inizio novembre, quando decollammo alla ricerca di una (allora) "quasi-nuora" che era sparita là, inghiottita da una famiglia tanto bella e protettiva, ma anche tanto avviluppante. L'ultima tappa di una storia già destinata a finire, un viaggio fatto per esaudire la richiesta di nostro figlio, che già non sperava più di convincerla a tornare in Italia. Tornò, alla fine, ma non subito e quanto tornò il suo tempo era finito. Quel viaggio nel buio e nel freddo è comunque rimasto come un grande rimpianto nel mio cuore. 8. la musichetta di "Wisky ragnetto" (che sale la montagna...) su Youtube. Era la colonna sonora del tempo dell'asilo nido di TRE e di QUATTRO. Che stringimento di cuore, che dolcezza, che ricordi di bimbi paffuti, di miniature di uomini. E che potere magico che hanno i ricordi di cancellare d'un colpo tutto quello che è venuto dopo e tuffarti nella dimensione di una memoria fisica del tempo!9. una rivista del 2008. Ancora nella sua busta di cellophane, intonsa. Non mi importava di leggerla, evidentemente, ma ero interessata solo al gadget che conteneva: che è sparito, comunque, chissà dove. Forse tornerà fuori, forse è già stato buttato. Ma una scorsa adesso gliela dò: nomi e foto senza senso, una moda già fuori moda, previsioni di un futuro che è già passato. Un tempo assurdo che passa assurdamente in fretta.10. un collega ormai pensionato: ricevo una mail. Lì per lì penso: era una noia mortale, ma forse, col riposo, è migliorato. Quindi, scioccamente ma gentilmente, mi affretto a rispondere. La sua immediata contro-risposta mi conferma, ahimè, nell'idea che certe cose (e certe persone) è meglio perderle che trovarle!