Abbandonare Tara

stereotipi nazionali


 
Francine Van Hove Una cena in un tipico appartamento mittleuropeo di inizio secolo (l'altro, quello prima): di quegli appartamenti con i pavimenti in graniglia con cornici giro giro, intorno alle pareti, con la ex-stanzetta della domestica strizzata fra la dispensa e la cucina, con il bagno diviso fra due locali diversi (uno per lavarsi ed uno per le ....funzioni corporali), con il portoncino di servizio sul balcone.Inevitabile cadere in certi stereotipi, quando si appartiene a tante nazionalità; inevitabile anche se gentile, guardingo, non accusatorio né canzonatorio.Ma fra il detto e il non detto, si colgono le grandi categorie.Il francese è definito sempre l'attaccabrighe, il permaloso, il guerrafondaio, quello che se c'è un problema ci si ficca dentro a tuffo.Lo svizzero, bontà divina, è ipocrita, un po' "torinese" (stereotipo nostro, ma si fa per capire.:) - cioè falso e cortese), con molte cose da farsi perdonare in tema di riciclaggio del denaro sporco del mondo, mercenario. E poi, scusate tanto, ma sì, maschilista: l'ultimo paese occidentale ad aver concesso il voto alle donne.L'americano? Apriti cielo: si sente autorizzato a spararti appena ti muovi, ha un'idea assolutamente solipsistica della democrazia, una cultura troppo pragmatica (eh, la cena si svolge nella patria della filosofia: che dire? impossibile non far pesare questo piatto della bilancia).L'inglese: isolazionista, negazionista, integralista e nazionalista. Con moderazione, certo: è inglese. Ma dietro l'imperturbabile e impermeabile, proverbiale buona, ottima, educazione, non c'è altro che una bella dose di orgoglio cieco.E l'italiano? Devo dire che a quel punto ho messo in campo uno degli stereotipi ricorrenti su di noi: l'inventiva, la capacità di arrangiarsi, cioè. E me ne sono andata via con una bellissima trovata uscita dal cappello del prestigiatore.Non saprò mai quali dei mille stereotipi sull'Italia avranno tirato fuori? Mah, che dire? Forse la curiosità non è fra quelli che mi riconosco.