Abbandonare Tara

le sale d'attesa - consigli di viaggio 33


 
Hyatt Moore, Rachel waiting Avete pensato bene di arrivare in anticipo in stazione, per non rischiare di perdere il treno?male: avete fatto proprio male.Anzi: di molto male (come si direbbe da queste parti)Le nostre stazioni ferroviarie hanno abolito le sale di attesa: non so se ve ne siete accorti.Semplicemente non ci sono più.Il cambiamento è avvenuto piano piano, in sordina.Sempre chiuse per lavori in corso, ristrutturazioni, chissà che faranno....Niente, non facevano un bel niente.Hanno trasformato le stazioni, quelle grandi, in centri commerciali, un negozio dietro l'altro, di tutto di più.Centro commerciale Termini; centro commerciale Santa Maria Novella; centro commerciale Centrale di Milano. Una volta trovavi solo un bar, un po' antiquato, sudiciotto, enorme e freddo, sotto le grandi volte dei saloni. Forse un tabaccaio, certo un giornalaio.Poi cominciò qualche negozietto di souvenir: si capisce, di rientro dal viaggio.Poi un negozio di valige: che so?, in caso ti si rompesse quella che avevi.Ma adesso è un trionfo, un tripudio, un rincorrersi ed accavallarsi di tutto quello che può tornare utile al primo o all'ultimo minuto: libri, abbigliamento, scarpe, telefonia, perfino elettrodomestici. Perché è ovvio: uno la lavatrice se la compra in stazione.O si trascina in treno un frigo nuovo, da Domodossola a Salerno.Tutto, insomma: tranne la sala d'attesa.Ce n'è una sola, strettamente riservata (e sorvegliatissima, blindata) per il Club Freccia Rossa, dietro pagamento di un "modico" canone annuo.Tutti gli altri? In piedi.O a contendersi scomodissimi seggiolini di ferro, sporchi, pochissimi, all'addiaccio e al vento delle correnti d'aria infinite.Tanto costa poco, vero, il treno?!Facciamoli patire, i viaggiatori: che se lo meritano!