Abbandonare Tara

uguale o diversa?


 
Katsushika Hokusai, Beautiful Woman Looking in a Mirror on a Summer MorningPer questi miracoli che se ci pensi sono ai confini della fantascienza, ancora, in un certo qual modo, anche se avrei dovuto ormai farci l'abitudine, mi ritrovo davanti ad uno specchio, una mattina e mi chiedo se sono ancora io.Lo specchio è quello di un paese lontano.La luce della mattina è la stessa, ma è anche diversa.Fuori c'è un mondo ignoto, ordinato e caotico, che forse, sempre, per la suggestione di quel film dark, ironico e onirico che è "Lost in Translation", mi sembra irreale, frutto di un incubo ad occhi aperti, un lungo jet lag.Io sono diversa.Il giorno è diverso. Ho perso la notte, dov'è andata? Non può essere un giorno dopo, ma non è nemmeno lo stesso giorno.E ancora, sì, chi è quella me nello specchio?I piedi, obbligatoriamente, scalzi, sul tatami morbido e liscio.Senti l'obbligo anche nel privato della tua stanza d'albergo.Dove sono le solite rusches dei miei soliti pigiami, il solito viola? Ho una yukata, di rigido e solido cotone a disegni geometrici. Austera, alleggerita solo dall'essere esotica.Lo specchio mi invita a guardare il mio volto e a riconoscervi un altro volto.E' un paese che cerca di omologarti con grazia e garbo. Ma irrimediabilmente.Ti senti "troppa": troppo alta, troppo "tonda", troppo "colorata". La YUKATA è corta, le splendide (e scomodissime) GETA (le ciabatte alte infradito, in legno) sono corte, il letto è corto. Srotolato a terra. Risucirò mai ad alzarmi o striscerò fuori come un gatto?Sono solo pochi giorni: resisterò.Come un samurai: resisterò.