Abbandonare Tara

Domani


 
Silvia Ziche Dove sta il futuro? Non certo dietro l'angolo di questa notte che arriva, tra nebbie e albe rosate, tra fumi di alcol e feste in piazza per esorcizzare paure moderne e paure antiche.Dove stanno desideri inespressi, semplici come una vacanza fuori stagione o immensi come una nuova vita?Dove sta la paura di aggiungere un anno sopra il mucchio che già ti porti sulle spalle, con le prospettive più o meno di quello passato? E quasi ci metteresti la firma, nei giorni bui, se andasse come i 365 giorni che sono già andati. Quasi ti augureresti di passare indenne tra inevitabili dipartite e improvvise malattie, tra qualche attentato terroristico in un paese che non è il tuo, da guardare dietro uno schermo televisivo, con paura, ma poca; soprattutto con un indicibile sollievo: quello della fiducia cieca nella statistica che ti fa pensare (tra la vergogna): "almeno non è successo qui".Dove stanno gli auguri dolorosi, col cuore piccolo piccolo, a qualcuno che non sai, proprio non sai, se sarà qui fra un anno, per un nuovo augurio: auguri irresponsabili, sinceri ma bugiardi, affettuosi ma scaramantici. Dove sta la necessità di stilare bilanci, di chiudere e riaprire, di progettare per immaginare che il tempo possa essere diverso, che il calendario, cambiando giorno, possa portare la vita a cambiare?Una nostra illusione di governare il tempo. di essere artefici del futuro. Un rito, apotropaico come molti, da affrontare e superare e poter poi dire: "anche per quest'anno è passata".