Abbandonare Tara

Olfatto di mattina.


(Michele Taricco, Letto sfatto )Svegliarsi la mattina, adesso che il freddo vero è arrivato e girarsi un po' nel letto cercando odori familiari, di tepore, di amore, di pace.Il gatto che va e viene porta anche lui un odore, di fusa, di pelo morbido e sofficissimo, di infanzia animale.E poi odore di caffé, immancabile. Il risveglio legato a questo odore, chissà poi se è un riflesso condizionato, un meccanismo indotto. Ma forse sì: quando ero a Parigi, un'estate di molti anni fa, il risveglio aveva un altro odore, quello del pane appena sfornato, delle meravigliose baguette della boulangerie di fronte a casa. E di burro che si fondeva sul pane caldo: la mattina non aveva bisogno di altro per cominciare.Cerco di svegliare i ragazzi, cominciando il più dolcemente possibile (tanto poi saranno lotte, coperte tirate e letti sfatti, cuscinate, mugugni, musi, grugniti). E mi pare ancora di sentire l'odore più buono del mondo, quello che alberga nella fossetta sulla nuca dei bimbi piccolissimi: borotalco, latte, tenerezza, richiesta di protezione. Sicuri che non ci sia proprio lì una potentissima ghiandola che secerne un odore speciale, capace di risvegliare e potenziare l'amore materno ogni mattina, nonostante le arrabbiature, le notti in bianco, la stanchezza, lo stress?Odore di nutella, spalmata a chili sul pane. Un odore che viene diritto dal passato: la mamma apriva il barattolo e ci chiamava. L'incipit era un cucchiaio per uno e tutti lì, tuffati nel mare di cioccolata e nocciola. Quella superficie liscia e vergine, quelle onde di dolcezza che si infrangevano e si diffondevano.
Poi vengono gli odori del pulito, pungenti, aspri. Perché non so, ma ormai abbiamo accettato questa associazione (creata dalle grandi case di prodotti per l'igiene) per cui pulito sta con acuto, con agrumi, con brividi di freddo e di asprezza. Odori di dentifricio, di dopobarba, di deodorante maschile. Odori di voglia di piacere, vanità nata all'improvviso ieri l'altro di fronte all'arrivo di una nuova compagna di scuola; troppo di tutto, troppo profumo, troppi ormoni, troppa fretta. La vita non fugge, noi lo sappiamo. Ma a quell'età è tutto così incredibilmente nuovo, così enorme, così pressante.Poi, più tardi, verranno gli odori più dolci, gli odori femminili (quando mi lasceranno il bagno, scappando via per inseguire autobus impraticabili, carichi come sono, a quell'ora, di mille odori di adolescenti profumati).Verranno odori vecchi come il mio mondo, gli odori che sentivo, in camera di mia madre, aleggiare intorno ad una toilette e una specchiara: sarà per questo che lo Chanel n°5 profuma di borotalco e cipria? E' una mamma antica fatta costosissimo profumo francese.Poi l'odore del freddo, della strada, dell'esterno. Gente che corre per via, infagottata: sarà l'odore del tempo, della pioggia che vuole arrivare, l'odore dell'aperto, della mancanza di riparo, della fatica di affrontare la giornata. Un odore che non senti, ma c'è. Che non dev'essere gradevole se tutti scappano a ripararsi, chi in un ufficio, chi in una automobile, chi in un bar.Luci e odori di caffé, di nuovo; luci e odori e voci; briosche e cornetti, caffé, latte caldo, fogli di giornale appena stampati.Ma tutto adesso si mescola, è meno distinto.Troppa gente, troppe storie, ognuna riassunta e compressa dentro un odore.Aria!