Abbandonare Tara

Il mondo che verrà


"In qualsiasi epoca fossi vissuto, sarei stato sempre magnificamente fuori tempo" Orson WellesOggi piove e la temperatura è discretamente in linea con le medie stagionali, quindi questo non è un post metereopatico, un post legato alle paure - alle certezze - sul clima che cambia.Ma in un certo senso lo è. In un certo senso aver letto che il processo di scioglimento dei ghiacciai alpini è ormai considerato irreversibile, aver saputo che sta arrivando l'asteroide dell'apocalisse di cui Bruce Willis è stato un profeta generazionale, aver "sofferto" questo inverno caldo, non può non essere uno dei tanti motivi che mi spingono a riflettere sul futuro in questi termini.Ma oltre e al di là dei grandi cataclismi, è la crescita esponenziale della piccola e grande violenza, di quella quotidiana, di quella mondiale, che mi fa tremare. E' la nausea che ormai mi fa desiderare di non vedere più un telegiornale, di non leggere più un quotidiano.Mi rendo conto che anche i cambiamenti sociali - chiamarli "culturali" mi sembra una contraddizione in termini - non mi appartengono più, non li capisco:Peggio: non li accetto, mi fanno sentire un malessere diffuso, un senso di estraneamento.Probabilmente capita a tutti, probabilmente è solo un fatto generazionale e tutti, prima o poi, indipendentemente da un riconoscibile traguardo anagrafico, cominciano così a prendere commiato dalla vita.Mia sorella sostiene, per esempio, che insieme all'impossibilità fisica -per età- di avere figli, la natura pietosa ti accorda anche prima un vago senso di noia, poi un fastidio vero e proprio per la vivacità dei bambini, per la fatica che accompagna il loro crescere.Forse sto accomiatandomi dall'impegno nel costruire il mondo. Passo il testimone a chi sa capirlo, a chi sa ancora credere che sangue sudore e lacrime servano a qualcosa, a imprimere quella piccola, millimetrica, diversione di rotta che servirà a qualcosa.Da parte mia, nel mio bozzolo di pensiero, mi chiedo se il sistema di valori che ho trasmesso ai miei figli sia oggi quello di cui hanno bisogno. Se si trovano zavorrati da idee che appartengono ad un mondo vecchio e in disuso, nel quale nessuno più crede o si riconosce.Il mondo che consegno loro non mi appartiene. Il mondo che verrà nemmeno lo so immaginare. E non avere più la cosiddetta VISIONE del futuro, ti inibisce la progettualità. E' tempo di iniziare a coltivare i fiori sul balcone.