Abbandonare Tara

Orbite vuote


La prima faccia morta in cui mi specchio la vedo in un centro commerciale, nei giorni affollati e assurdi prima dei soliti Natali in cui ti affanni a trovare qualcosa per qualcuno: qualcuno chissà chi, qualcosa chissà che cosa. Una bella signora in mezzo ad altri, dietro a un banco, incartano pacchetti in cambio di un'offerta. Non ha affatto l'aria di una delle pallide facce con le orbite vuote che Frodo incontra nelle Dead Marshes; anche il centro commerciale luccica, non ci sono nebbie mefitiche: solo confusione.Ma incontro un attimo quel volto e l'abisso mi si spalanca davanti. La riconosco. Adesso, nonostante i tanti anni, nonostante un lungo percorso mentale, intellettuale e psicologico, che mi ha portato prima a studiare, capire e individuare i meccanismi, poi a perdonare me stessa e gli altri, adesso nonostante tutto ho un attimo di panico. Come se la palude potesse ghermirmi, le sabbi mobili estendersi e lentamente inghiottirmi.Il gelo nella mia schiena; il gelo nei suoi occhi.Meno male che non sono sola. la mia reazione sarebbe fuggire (da cosa poi? da un remotissimo passato?), ma so che poi sarebbe peggio. Sarebbero rimpianti, sarebbe senso di inadeguatezza.Poche parole e anche mio marito capisce e accetta di avvicinarsi con me. Come sempre, testimone discreto, sostegno nelle retrovie di un percorso che dobbiamo fare necessariamente da soli.Mi invento un paio di regali da far incartare, faccio in modo di avvicinare proprio lei. Orbite vuote: ma anche lei riconosce qualcosa in me. Non sovrappone i ricordi, non riesce a farli collimare, ma mi bombarda di domande: dove possiamo esserci incontrate...Svio, fornisco possibilità alternative, falsi indizi. Non è solo il tempo che è passato: io sono allenata ad abbinare nomi e immagini, è il mio lavoro, a immagazzinare dettagli. Lei invece è stata allenata al reclutamento. Troppi visi davanti, tutti anonimi, in fondo, dei quali non le importa niente.Eccoci davanti, così, per pochi minuti: ragazzine di una volta, passate dalla stessa porta, per pochi attimi le nostre vite non sono state all'inverso.  Cos'è stato? fortuna, caso, scelta, dono? Non lo saprò mai in questa vita. So che una notte tornai indietro. So che una notte piansi lacrime amare davanti alla porta della camera dei miei genitori, pensando di lasciarli.Mia madre si svegliò, probabilmente pensò ad un incubo, lo stress degli esami, mi disse soltanto: "Vieni a dormire qui".Finì così.