"I bianchi credevano che, qualunque fosse la loro educazione, sotto ogni pelle scura si nascondesse una giungla. Acque vorticose non navigabili, babbuini che si dondolavano gridando, serpenti addormentati, gengive rosse pronte a succhiare il loro sangue dolce di bianchi. In un certo senso, pensò, avevano ragione. Più la gente di colore si sforzava di convincerli di quanto fossero gentili, intelligenti e affettuosi, umani, più si usavano a pretesto per persuadere i bianchi di qualcosa che i negri credevano fosse fuori discussione, e più la giungla dentro si faceva fitta e intricata. Ma non era la giungla che i negri avevano portato con sé in quel posto dall'altro posto (vivibile). Era la giungla che i bianchi avevano piantato loro dentro. E cresceva. E si allargava, si allargava prima, durante e dopo la vita, fino a coinvolgere i bianchi stessi che l'avevano creata. Li rendeva crudeli, stupidi, più di quanto non volessero esserlo, tanto erano spaventati da quella giungla di loro creazione. I babbuini urlanti vivevano sotto la loro pelle bianca, le gengive rosse erano le loro".
Toni Morrison, AmatissimaSembra proprio che l'uomo non possa far altro che cercare un oggetto esterno a sé da identificare con le sue paure interiori.Il diverso è un'ottima scelta: perché ci consente di sentirci al sicuro, nell'assurdo paradosso che più ne abbiamo paura, più ci sentiamo sicuri.Infatti è talmente "altro", talmente lontano e diverso da noi che non dovrò mai affrontare l'idea che la paura viene dal male che IO mi porto dentro e che è pronto a tracimare alla minima occasione. Il male è invece collocato nel suo scaffale, etichettato, identificato.E allora eccoli, i diversi della storia: barbari, ebrei, negri. E poi zingari, immigrati, musulmani, albanesi, rumeni.Come diceva Al Pacino in
un vecchio film:"Voi avete bisogno di gente come me. Vi serve la gente come me, così potete puntare il vostro dito del cazzo e dire "Quello è un uomo cattivo." Beh? E dopo come vi sentite, buoni?" Le paure di dentro diventano paure di fuori.