Abbandonare Tara

It's beginning to look a lot like Christmas


Non so nemmeno io come sia successo, non ricordo un avvicinamento lento e progressivo. Ma adesso mi rendo conto che ne sono contagiata. Sarà stata, innegabilmente, la complicità del freddo intenso di questi ultimi giorni. (Che poi ti chiedi come mai, per quale stupidissimo vizio mentale, debba essere il freddo ad aiutare, a dare una spinta, a farti precipitare nello spirito natalizio. C'è in tutti noi un'attesa di ciò che molti non avremo mai, ma, peggio, di quello che non abbiamo mai avuto, a queste latitudini: il "bianco Natal". Colonizzati in toto da iconografie nordiche, da tradizioni, messaggi, canti, racconti e, quel che è peggio, film, che ci rimandano abeti, montagne e piccole fiammiferaie sperdute nella neve). Col vento, col freddo, con sciarpe e guanti, con le solite frasi che non dicono niente e dicono il niente che ci lega (quanto è freddo oggi, che vento, l'anno scorso non era così, che dici nevicherà?) arriva, galleggiante e insinuante anche lo spirito del Natale. Ti accorgi che è arrivato perché le luminarie per la strada, gli addobbi dei negozi, sempre più precoci, sempre più invadenti, semplicemente cominciano a non sembrarti più fuori posto. E quando te ne accorgi è fatta: è lì appollaiato sulle tue spalle.Non ci sono molte soluzioni, non ci sono antidoti: cerca di succhiarti via quel residuo distacco, quel poco o molto cinismo, cerca di abbattere la barriera e conquistare anche te. Anche tu nella torma vagante nel deserto delle folle natalizie, zombi in cerca di improbabili riti, comprare qualcosa, comprare qualunque cosa, comprare per qualcuno, purchessia.E' uno spirito beffardo, grottesco, quasi ripugnante, lo Spirito dei Natali di Oggi: un Bacco coronato di stelle di natale e agrifoglio invece che di pampini. Un Bacco grasso e sfatto, un Bacco senza pudore e senza mente e cuore, pago solo di se stesso e del proprio vino che inebetisce, invece di inebriare.Puoi solo fuggire prima che tutto, il freddo, il troppo, il d'oro e d'argento, ti anestetizzino, ti ipnotizzino.
Puoi scappare in cerca dello Spirito dei Natali del Passato: io l'ho fatto per anni. Quano i Natali erano famiglia, dolci fatti in casa, sapori di una volta, lunghi racconti intorno al tavolo del dopo pranzo. Presepe e albero, ma sobri, senza fronzoli, addobbi ereditati da generazioni, la sorpresa vera del dono inaspetatto e pensato, l'emozione bambina, la gioia del ritrovarsi.Oppure puoi correre avanti, fuggire verso lo Spirito dei Natali che Saranno. Ed è quello che farò quest'anno: proteggere quello che verrà. Quest'anno voglio un Natale come una volta, un Natale di cappone e tombola, un Natale di musica e chiacchiere, un Natale vero. Voglio annoiare fino allo spasimo i miei figli con i racconti e i ricordi del come eravamo, del come erano i loro nonni, del quando erano piccoli, del quando il mondo non era così. Rideranno, mi prenderanno in giro, costruiranno giochi e risate, sbufferanno e ripeteranno sopravanzandomi ricordi non loro che conoscono a memoria. Ma questo andrà a costruire i loro Natali futuri: la catena dei ricordi avrà un nuovo anello, il castello di carte un nuovo piano, l'appisolamento pomeridiano una nuova vaghezza fatta di soffici frammenti di nomi e tempo.