Agnolo Bronzino, Sacra Famiglia, particolareLo guardo con un po' di sospetto. Talvolta con vero scettismo.Fingo in realtà: di non attenderlo, di non spiare il suo arrivo da dietro i vetri della finestra. Fingo di passare per caso accanto alla cassetta della posta. Fingo di accendere il pc per altro che non la posta elettronica. Che il cellulare sia dimenticato in fondo alla borsa.Fingo di non trasalire quando il gatto si precipita verso la porta di casa, anticipatore di rumori che ancora io non raccolgo ma che a lui già comunicano un arrivo.Fingo che le domeniche possano succedersi così, lente e noiose; oppure sovraccariche di pioggia, bucati, pranzi infiniti da cucinare. Fingo che la vita sia fatta di teglie di pasta al forno, di fragole che galleggiano, nell'acqua della ciotola, in attesa di essere pulite, tagliate, zuccherate, inondate di panna montata.Mi stordisco guidando da una parte all'altra della città nel traffico della mattina, strascicando a scuola figli riottosi e zaini disordinati, riempiendo di croccantini le ciotole dei gatti, districandomi nei labirinti del supermercato tentacolare evitando sconti fantasma e offerte per allodole rumorose e stupide.Fingo di interessarmi ad una pila di libri che si contraddicono l'un l'altro, di giocare a scacchi con le convinzioni radicate di generazioni passate, di provare orgoglio soddisfazione piacere appagamento nel ricevere congratulazioni, strette di mano, abbracci, sorrisi, applausi e plausi, recensioni e critiche.In realtà fingo. In realtà cerco di addomesticare ansia e, talvolta, quasi terrore, vuoto e mancanza, con scaramantica nonchalance, con un po' di umurismo, con un'ironia che per prima deve convincere me stessa.In realtà il futuro mi è ignoto, ma lo sento incombere come se già esistesse. Il non conoscerlo lo rende ai mei occhi pericoloso, ansiogeno, facilmente maligno. In realtà aspeattare è spesso provare a indovinare, volere a tutti i costi che qualcosa si sveli, attraverso i giochi delle consonanze, delle coincidenze, delle casualità magnifiche. Sfogliare i petali di una margherita, contare le mattonelle di una sala d'attesa, i paracarri di una strada di campagna che sfugge da un finestrino, i rintocchi di una campana la domenica mattina.Pari e dispari, noir e rouge. Il postino suona sempre due volte. Né di Venere né di Marte..... Le ragazze alla finestra anneritacon lo sguardo verso i montinon sanno finire d'aspettare l'avvenire.(M. Luzi)------------------------------------------------------------------------------------------------------da leggere anche
Il Futuro visto in un'altra prospettiva, da un'altra generazione, come ce lo racconta Calipso81