Abbandonare Tara

Suzanne Leenhoff e Édouard Manet


Nel 1850 una ragazza olandese poco più che ventenne, Suzanne Leenhoff, entra a servizio presso la famiglia dei Manet, appartenenti all'alta borghesia francese: la signora Manet si diceva che fosse la figlia illegittima del principe di Svezia, il marito, Auguste Manet, era un giudice.Suzanne viene assunta come maestra di piano, per dare lezioni ai due rampolli Manet, poco più che adolescenti, Édouard e Eugene. Essere un'impiegata, una istitutrice privata, nella società francese di metà Ottocento, era un ruolo scomodo che conferiva uno status sociale ambiguo.Un gradino superiore al proletariato, alle cameriere di casa; ma certo di molti gradini inferiore a quello della famiglia presso cui prestava servizio.Al tempo stesso l'impiego era particolare, di tipo intellettuale e quindi, in certo qual modo, conferiva una certa aura di rispetto alla persona.Nel 1852, nemmeno due anni dopo aver assunto l'incarico, Suzanne diventa madre di un bambino, Léon. Non c'erano altre spiegazioni possibili: il padre del bambino poteva essere soltanto uno dei tre uomini di casa: il rigido Monsieur Auguste Manet, o uno dei due figli, Édouard o Eugène.Proprio per la sua posizione sociale, in bilico tra borghesia e il nulla, Suzanne non può essere semplicemente cacciata via. O forse il suo destino, più fortunato di tante ragazze dell'epoca che si trovano nella sua stessa situazione, è dovuto ad un barlume di coscienza morale da parte della famiglia un cui membro è il colpevole?Non lo sappiamo. I documenti privati dei Manet sono estremamente reticenti in merito.Édouard avrà comunque un ruolo semipubblico, nei confronti del bambino: gli fa da padrino. Inizia allora, forse solo si rende manifesta, una relazione amorosa tra il giovane pittore e Suzanne che sfocierà nel matrimonio solo dieci anni dopo, alla morte di Auguste Manet, che si era sempre opposto strenuamente.Édouard Manet non riconoscerà però mai Leon, pur vivendo con lui e Suzanne una vita familiare apparentemente tranquilla. Il ragazzo sarà spesso soggetto dei dipinti di Manet, nel corso del tempo. A sua volta seguirà una carriera artistica (diventando musicista di fama), ma conserverà il cognome della madre e chiamerà sempre Manet "parrine" (padrino), alimentando l'ambiguità del rapporto.
La placida, timida ragazza olandese, Suzanne, pare essere stata comunque un punto fermo nella vita e anche nell'opera di Manet, spesso sua modella più o meno consapevole.
Mal vista dall'ambiente intellettuale parigino (il salotto di Manet sarà sempre gestito dalla madre dell'artista), gli amici stessi del pittore si chiedevano cosa egli trovasse in questa donna semplice, precocemente invecchiata e ingrassata.
La vita matrimoniale, del resto, non sarà di ostacolo a Manet per una sua autonoma vita amorosa, piuttosto disordinata.L'artista morirà di sifilide nel 1883.Suzanne, al di là del vero e dell'immaginato, del matrimonio d'amore o di semplice indennizzo, resterà, al di là, questa volta sì, al di là del tempo, la musa del Déjeuner sur l’herbe (1863), un quadro che ha fatto la storia di un secolo, se mai ce n'è stato uno.
(Gli altri personaggi rappresentati nel Déjeuner sur l'herbe sono uno dei fratelli di Manet, forse Gustav, e il fratello di Suzanne, lo scultore olandese Rodolphe Leenhoff. La donna sullo sfondo forse è una delle modelle preferite di Manet, sua probabile amante, Victorine Meurent).