Abbandonare Tara

Iris, familiarmente detto "giaggiolo"


  
Vincent Van Gogh, Iris, J. Paul Getty Museum, Los Angeles, California   Qui il tempo chiaro non si ferma maie ogni notte è giorno e ogni ombrafa paura agli iris appena interrati.Allora ho sterminato i fiori violae coi minuti buoni della mia infanziami sono prodigato perché non avesseropiù stagioni. Ma gli iris, sono fioritilo stesso, come prova di memorianel mio giardino. Midollo e maledizione,di un bulbo cocciuto, un segno splendido,folgorio nuovo, della primavera.(Dino Azzalin, Prove di memoria) Sono i giorni dei GIAGGIOLI, a Firenze. Il nome con cui chiamiamo gli iris viola che fioriscono nonostante tutto, nonostante la stagione avversa, l'inquinamento di oggi, la smemoratezza e il disinganno.Fiorisce sul gonfalone medievale di Firenze, un fiore uscito dalle lotte fratricide, bianco e rosso, sangue e passione, pensare la città e la storia in termini di fioritura.Fiorivano nel maggio gloriso e immoto di Lorenzo il Magnifico, quello della bella giovinezza che si fugge tuttavia.Fiorivano nei giardini sui bastioni delle vecchie mura, sotto il Piazzale Michelangelo, e poi più su, verso la chiesa di San Miniato, nei giardini della mia infanzia e delle fughe romantiche da scuola della mia adolescenza.Fioriscono anche oggi: in vaso, in vendita, in pasto a turisti frettolosi e annoiate folle respinte dai musei chiusi e da fiere di un artigianato finto e globalizzato.Fiorivano e fioriscono per sempre in uno dei dipinti più costosi della storia (ahimé) del mercato dell'arte, la tela di Van Gogh che vedete sopra.Che amarezza mescolare denaro e dolore, così!Sì, perché "IRIS" fu dipinto dall'artista olandese nel 1889, nel periodo in cui, dopo l'automutilazione e altri episodi parossistici, Van Gogh si era convinto a ricoverarsi volontariamente nell'ospedale psichiatrico di Saint-Paul-de-Mausole, nel sud della Francia, vicino alla cittadina di Saint-Rémy. Un momento di pace interiore, di contemplazione del colore, ispirato dalla strada costeggiata da esuberanti iris in fiore che portava a casa del suo medico.Resta difficile pensare, davanti a questo dipinto, definito dal fratello Theò, "pieno di luce e di vita", che da lì a pochi mesi, dopo l'uscita dall'ospedale,  la vita di Van Gogh sarebbe terminata tragicamente con il suicidio. ------------------------------------------------------------Nel periodo del ricovero Van Gogh dipinse alcuni straordinari capolavori. Per curiosità ecco come dipinse l'ospedale: http://www.artinvest2000.com/van_gogh-tree.jpge il medico che lo aveva in cura, il dottor Paul Gachet: http://www.artinvest2000.com/van_gogh-gachet.jpg     Ancora van Gogh e i giaggioli come fonte di ispirazione: 
Vincent Van Gogh, Iris in vaso, Metropolitan Museum, New York