Abbandonare Tara

Flaming June


Non tanto o non solo un post sul tempo, una invocazione, una speranza, un augurio....ma anche su uno dei venti (solo 20?) dipinti che salverei dal diluvio universale prossimo venturo.
Flaming June, di Lord LeightonL'intensissimo gorgo rosso e arancio e oro che nasconde, avvolge ed esalta la fanciulla addormentata (e "June" può essere anche un nome femminile, in inglese; non solo quindi un giugno fiammeggiante, ma anche una June tra i bagliori estivi) è di Frederic Leighton, pittore vittoriano, accademico, ma fortemente attratto anche dall'estica dei Pre Raffaelliti. Un capolavoro assoluto, perfezione e novità cromatica, composizione e equilibrio nella posa e nel punto di vista insolito e anti classico.
 Detta anche "la Monnalisa dell'emisfero australe" (perché oggi finita per via di mercato al Museo de Arte de Ponce, a Puerto Rico), rappresenta forse la compagna dell'anziano nobiluomo (lord Leighton, gravemente malato, morì l'anno dopo), Dorothy Dene, una ragazza londinese del popolo , una autentica cocknie, destinata poi a diventare una famosa attrice di teatro.
Fra i vari schizzi parziali e disegni preparatori c'è questo, gessetto bianco e carboncino su carta scura. Paragonare un dipinto finito (ed un capolavoro) con i disegni che hanno portato l'artista verso l'opera definitiva è sempre un'occasione straordinaria per provare di compiere a ritroso il percorso mentale della creazione. Spesso il monocromo della grafica spiazza e turba, sembra quasi impossibile che l'artista non abbia pensato subito "a colori" la sua opera. Ancora la decontestualizzazione dell'immagine (senza ambientazione) o lo studio del dettaglio ci immergono in un'atmosfera rarefatta e intellettualistica che affascina pochi, anzi, più spesso quasi impaurisce. I brandelli del pensiero vagano come incubi di fronte ai nostri occhi; si cerca di afferrarne motivi e contenuti, ma ci sentiamo incapaci e quasi analfabeti della grammatica del pensiero altrui.Qui a Leighton le lumeggiature bianche servono a distinguere la quantità di luce da trasfondere poi nel dipinto: la luce come elemento astratto, che bagna un corpo, che esiste in sé ancor prima di essere associata a un colore. Ci si accorge che volume e luce si qualificheranno poi per mezzo delle stesure cromatiche: i capelli della figura, per esempio, potrebbero essere un velo, nel disegno. Diventeranno tali solo nella scelta del colore con cui l'artista li realizzerà.Per tornare all'inizio del post, anche questo rapporto tra disegno e dipinto, ha un legame (e contiene un augurio) con il nostro tempo (atmosferico): speriamo che dall'abbozzo informe di questa primavera monocromatica sbocci un'estate fiammeggiante.