Abbandonare Tara

Di un vassoio e di un mercante "assennato"


scusate il ritardo .....ma ero occupata a parlare con questo signore: 
 Raffaello, Ritratto di Agnolo DoniUno degli uomini più belli del Rinascimento, un personaggio di rara intensità ed acume, che si fece ritrarre da Raffaello e che commissionò nel 1504 a Michelangelo la sua unica opera su tavola, il celebre tondo con la Sacra Famiglia e San Giovannino,   che a causa sua oggi è noto come "Tondo Doni". 
 Michelangelo, Tondo Doni, UffiziDipinti su tavola di questa forma erano tradizionalmente offerti alle coppie in occasione delle nozze (e qui il soggetto rappresentato ben si adatterebbe al momento fondante la famiglia) oppure alle puerpere (questa è la ragione del loro nome antico di "desco da parto"), in occasione della nascita di un figlio.Splendido, conservato oggi al Metropolitan Museum di New York, ci è rimasto, per esempio, il tondo celebrante la nascita di Lorenzo de' Medici (il futuro Magnifico, signore di Firenze) il cui soggetto, beneaugurante, rappresenta il Trionfo della Fama (che infatti arrise al ricco pargolo, una volta cresciuto, in gran misura).
Lo Scheggia, Desco da parto di Lorenzo de' Medici Nascono come vassoi, per portare i ricchi doni del caso. Diventano oggetti d'arte splendidi, che pochi, oggi, riescono a collegare all'origionaria funzione.Ma tornando a lui, Agnolo: nato nel 1476 da una famiglia che si era arricchita con la tessitura, abitante nella zona di Santa Croce, aveva circa 30 anni quando Raffaello lo ritrasse e quando Michelangelo ebbe con lui un'accesa discussione (tutt'altro che insolita, dato il carattere a dir poco suscettibile dell'artista). Vasari racconta che il Doni era tirchio ("assennato" è la versione edulcorata del concetto, nella prudente prosa vasariana), tanto che quando Michelangelo gli mandò il tondo, richiedendo un pagamento di 70 ducati, lui disse che ne bastavano 40. Michelangelo mandò allora un suo lavorante a riprendere il dipinto e il Doni, per trattenerlo (perché in realtà gli era piaciuto e mirava solo a tirare sul prezzo), fu costretto a pagare il doppio della cifra richiesta, perché il sospettoso Michelangelo non si accontentò di meno di 140 ducati. La mia ipotesi è che, considerando il potere d'acquisto del denaro, il ducato della Firenze rinascimentale valesse all'incirca 500 euro di oggi. Quindi Michelangelo voleva 35.000 euro, Agnolo era disposto a pagarne 20.000, ma poi finì per essere costretto a dargliene 70.000.Questo "vassoio" milionario era stato commissionato dunque per onorare le nozze di Agnolo, bello, lungimirante e "assennato". Di buon gusto, artisticamente parlando.Quanto al suo gusto con le donne.... beh.... Maddalena Strozzi, la sposa, era certo molto più nobile di lui e altrettanto ricca.
Raffaello, Ritratto di Maddalena Doni Quanto alla bellezza....ma certo i gusti di un'epoca così lontana non sono facilmente apprezzabili.Nella buona borghesia fiorentina, ricca e mercantile, probabilmente piaceva questo genere di donna, paciosa, tranquilla, riposante, con questa espressione immota e eterna.Nient'altro che il tipo di eterno femminino incarnato anche dalla placida monna Lisa Gheradini. 
 Occhi bovini inclusi. 
 Con buona pace di Dan Brown.