Abbandonare Tara

Le canocchie


Il viaggio ideale, quando ti fai rapire, un po' riluttante, un po' indolente, in un autunno ancora bello, da fine d'estate, che mette pigrizia, ed è perfino difficile accampare una scusa e non partire. Il viaggio ideale sarebbe forse con un bello-impossibile. Ma perché poi? il viaggio ideale, il viaggio non voluto, il viaggio casuale è stato così, un salto in un mondo quasi passato, un'Italia di memorie e ricordi che riemerge, appena passato il clamore e la polvere della vacanza obbligata.E sono partita, un po' in treno, un po' in auto, con un signore d'altri tempi, un bel signore un po' ageé, un affabulatore con quella parlata cantilenante che solo in Emilia hanno, che raccontava di viaggi lontani, di paesi del nord, di nipotini e di leggi della Fisica con la stessa leggerezza e la stessa poesia. Mentre andavamo mi sono quasi addormentata, dietro gli occhiali da sole e dentro quella bella luce ancora estiva, ma dolce, senza più l'afa e il bruciore dell'estate appena finita. Passava la campagna nota, monotona, serena. Ho riconosciuto luoghi familiari, ho nominato alcuni ricordi, abbiamo scoperto di avere in comune alcune geografie del cuore. E allora mi ha portata a ricercare tanti luoghi cari: mi emozionavo come una bambina nel ritrovare qualcosa di immutato, qualcosa di cambiato. Le vele colorate sul bellissimo porto canale hanno sempre, per me, il sapore di luoghi lontani, altri luoghi, di pirati, di mediterraneo assolato. Ma qui sembrano addomesticate da secoli e generazioni di quella civiltà solare e serena che ti incanta. Abbiamo mangiato un piatto di canocchie freschissime (ma come? Ti piacciono lecanocchie? Da morire. E ha telefonato ad un amico, un ristorante che ce le ha portate quasi di nascosto, tesoro rubato ad altri clienti). Abbiamo bevuto vino bianco fresco, camminato lungo il porto. Poi le memorie risorgimentali (Garibaldi, Mazzini: eh sì, la Romagna è anche questo, è tantissimo questo). Le sue: io per cortesia sorridevo. Come dirgli che proprio su questo terreno non lo potevo seguire, che io sono sull'altra sponda della barricata? Come potevo dopo quella giornata bellissima che, a sorpresa, mi aveva offerto tirandola fuori dal cilindro di un noioso viaggio di lavoro, di un obbligo da assolvere?.E poi, il giorno dopo, ho trovato anche il regalo della tua gelosia, un po' sarcastica: "Hai un corteggiatore settantenne".