Abbandonare Tara

I pilastri della terra - 3 -


 
 Giugno 2007Arrivando in un aeroporto minuscolo, antiquatissimo, pieno di senza tetto che albergano anche oltre il ceck-in, le cattedrali di granito e marmo ti vengono incontro da lontano. La città ti sembra molto più vicina di quello che sia, tanto loro sono immense, in una piatta landa che non è campagna, non è periferia, non è nemmeno la vaga eco di un nome lungo come l'immaginario, come la letteratura, come la storia, come l'inverno, Mosca.Il primo edificio riconoscibile che incontri, sia pure con un nome in cirillico, lo decifri più a intuito per via del carattere inconfondibile, è un grande centro Ikea. E allora comincia la sorpresa: Ikea a Mosca? 
 Sarà solo la prima di cento domande ripetute lungo tutti i giorni di un viaggio breve, mirato, sofferto, attonito. MacDonald a Mosca? La Visa e la Master Card a Mosca? Cartier a Mosca? Sì, non solo: Cartier sulla Piazza Rossa. Ma le vere cattedrali, le immense  cattedrali che giganteggiavano da lontano, quelle sono un'altra cosa. Quelle sono i sette mastodontici palazzi del Governo voluti da Stalin, i Vysotki, le cosiddette "Sette Sorelle", l'invenzione, madri e figlie al tempo stesso, di un "Gotico Socialista". A rivaleggiare con i grattacieli di New York, a cercare di creare  una alternativa al potere; potere della finanza e dell'industria al di là dell'Oceano; potere dello Stato al di là degli Urali. 
Ministeri, Università, palazzi del potere, appartamenti della Nomenklatura, alberghi di spie e intrighi, queste "torte nuziali" di Stalin hanno oggi un loro fascino, immersi nell'anonimo caotico sterminato squallido agglomerato che conserva il nome di Mosca. Hanno storia, hanno leggenda, ospitano fantasmi (uno di essi, costruito sul luogo di un vecchio cimitero, divenne l'unico concesso edificio "spirituale" della città sovietica, dove anche il potere comunista si arrendeva ed accettava che apparizioni e poltergeist esistessero).L'ultimo dei Vysotki non venne mai costruito: doveva essere il più grande di tutti, centrale nella loro costellazione, il Palazzo del Soviet, con una gigantesca statua di Lenin svettante. 
 Già, Lenin. E la tomba di Lenin, non era un luogo distintivo di Mosca? Niente da fare, mito di cartapesta. Solo giapponesi, disciplinati e rigorosi in coda lì (ma si sa, i giapponesi devono avere una nipponica Guida del Touring di "Tutti i luoghi del mondo in cui si fa la fila"). Nessun russo: quelli li trovavi in una coda chilometrica, un giorno e una notte di coda, fuori della ricostruita cattedrale, lungo la Moscova, per raggiungere e onorare la  Santa Reliquia del cranio di Sant'Andrea, arrivata dal Monte Athos. 
Passa la storia e passano i culti. La "nuova" religione dello stato, che si era costruita le sue cattedrali, adesso è ricacciata indietro da quella che aveva schiacciato e conculcato. Il corpo imbalsamato di un nuovo dio deve adesso lasciar posto alle vecchie reliquie.   "Dov'eri andato, se non sono indiscreto?" "A guardare avanti." egli disse. "E che cosa ti ha portato indietro all'ultimo minuto?" "L'aver guardato indietro." egli disse.(J.R.R. Tolkien)