Abbandonare Tara

io quello infinito silenzio e questa voce vo comparando


John Everett Millais, Kate Dolan nella parte di PortiaSiamo tornati in silenzio, giù dal piccolo paese, giù dalla pieve antica, giù lungo la strada tra i boschi che pian piano, in vista del grande fiume, diventa la periferia immensa e sparsa della grande città. Solo il silenzio ci faceva compagnia. Ognuno dei due immerso nei suoi pensieri e nei suoi ricordi.Alcuni erano ricordi comuni, certo, ma il silenzio era anche condivisione che le parole avrebbero forse sminuito, sciupato, banalizzato.Un altro addio, un'altra morte, un altro funerale.Autunno. Vite che si perdono, vite con cui abbiamo condiviso un piccolo tratto di strada, vite di estranei che si incontrano lungo le navate umide e in penombra della chiesa.Alcuni si conoscono da decenni, ma non si salutano. Nemmeno il rito dell'addio riesce a scalfire pareti di cristallo lisce e gelide di indifferenze o inimicizie stupide.Qualche discorso ufficiale. Ma anche molta commozione umana.Avrei voluto, oh come avrei voluto!, alzarmi anch'io e dire qualcosa di vero, qualcosa che non sapesse di onori e medaglie, di fiori appassiti, di facce di circostanza.Avrei voluto dire che eri molto bella, lo eri stata tanto, continuavi ad esserlo, in una tua maniera difficile e ironica. Che eri intelligente, energica, combattiva, ancora una volta avrei voluto usare quel termine, "difficile".Che la vita era stata con te così, non facile, probabilmente. Non facile per quella piccola parte che io ho conosciuto.Che avevi fatto scelte e sostenuto pesi, che lì, in quella chiesa, c'era anche qualcuno che ti aveva fatto molto male. Che poi, chissà, rimane solo il ricordo di quella tua bellezza, un sorriso raro e prezioso, i tuoi occhi chiari.Il silenzio.Siamo scesi in silenzio.