Abbandonare Tara

Anche questo è Natale - 1


Rembrandt, Portrait of a Woman with a PinkAvevo l'influenza anche allora. Anzi, la avevamo insieme, io e mia sorella: dai letti gemelli ci guardavamo, sommerse di coperte, costrette a ingurgitare  spremute di arancia e brodini, rosse e febbricitanti, il foulard di seta al collo perchè "fa bene al mal di gola".La notizia fece precipitare in una atmosfera grigia e luttuosa tutta la famiglia. Era la prima di una serie di tragedie che avrebbero inanellato gli anni. E anche se è terribile, ti accorgi che si fa quasi l'abitudine ad un orrore dopo l'altro, una anestesia inconscia, una sorta di mitridizzazione dell'anima.Ma quella era la prima. Una zia disse: "Sarà un ben triste Natale. Preparatevi, bambine". E mio padre decretò il lutto. Non avremmo fatto una festa, non si poteva con tutti quei morti.Un grande insegnamento, molto tipico di lui, qualcosa che mi sono sempre portata dentro. Passammo dall'influenza ad un Natale senza luci, senza anticipazioni, senza doni.Quel 12 dicembre del 1969.Questo non è un post politico e vi prego di non commentarlo come tale.E' in post su morte e dimenticanza, su abitudine e orrore; ma anche su ricordare e insegnare a non dimenticare.Di Piazza Fontana la mia generazione ha poi imparato quello che allora non ero in grado di capire, ma credo che oggi, dopo quasi quarant'anni, non ricorderei così se mio padre non avesse avuto il senso etico del gesto.Questo non è un post politico, non è nemmeno un post di storia. E' un pezzo della mia vita che oggi mi è tornato in mente, un'altra influenza vicino a Natale, un Natale che oggi, per altri motivi, non mi sentirei di celebrare: altre morti.Questo è un post di Natale.