Abbandonare Tara

Relitti


Candido Portinari, A Senhora AiméeFrammenti. Di te.Un vecchio foulard di lana, un pezzo di stoffa grigio e marrone. Accarezzava il tuo collo, un giorno di inverno di tanti anni fa, sotto il colletto tondo, appena bordato di pelliccia, di un paltò a sacchetto, di quelli che indossavano allora le stelle. Del cinema.Eri tu la mia stella.Sorridevi raramente, gli occhi profondi, larghi, diversi l'uno dall'altro, sempre persi in un pensiero distante, in una preoccupazione silenziosa che ti portava via.Sfilasti il foulard e me lo mettesti intorno alla testa.Adesso è qui. Un relitto apparso all'ultimo, sull'ultima onda del naufragio.Da un ultimo cassetto di un mobile che non c'è più.Sono state le ultime cose, quelle che all'inizio sarebbero state scartate impietosamente, sono quelle cui mi sono attaccata con disperazione, con determinazione, con la forza della sopravvivenza.Due coltelli spaiati; una brocca gialla un po' sbreccata, un copripane celeste, una tazzina marrone, la tua forse, l'ho trovata in lavastoviglie: mio marito l'aveva salvata da uno scarto, avrebbe potuto essere la tua, pensava.Un golf con le toppe ai gomiti, del babbo. Uno scialle, della zia. Un azzurro scialle, ci dormo rinvoltata dentro.Il naufragio ha portato via tutto. Ho pianto sentendo spezzare le gambe del tavolo del salotto, il tavolo di tanti pranzi di Natale. Mi resta quello che ho scelto, poco.Ma anche questi frammenti di te, di noi; sono stati loro, a scegliere me.