Abbandonare Tara

Petali su un ramo


 Oskar Kokoschka
 L'apparizione di questi volti nella folla:Petali su un ramo umido e scuro.(Ezra Pound, In a Station of the Metro)   Deve aver passato la notte nell'atrio del palazzo.Una casa di periferia, una periferia buia e solitaria; l'unico motivo che forse l'ha fatta spingere fin qua è la vicinanza della mensa della Caritas.Ne ho percepito la recente assenza appena uscita dall'ascensore, nella mattina ancora buia. Un vago sentore che spesso solo io sono in grado di sentire.Il dolore e lo smarrimento che restano nell'aria, permangono oltre la presenza fisica di chi li recava con sé, fardello pesante a portarsi.Era all'angolo del palazzo, appena riparata dall'incavo di una vetrina: contro un'auto di lusso, luci inutili, accese giorno e notte, che la illuminavano da dietro, lasciando in ombra la faccia.Per non guardarmi si affaccendava a sistemare le sue cose, stipate in un ordine maniacale, nel suo carrello.Un carrello della spesa che portava una vita.Ha tirato fuori un paio di occhiali, un giornaletto, una matita, si è appoggiata allo stipite della vetrina e ha iniziato a risolvere un Sudoku.Così, come se fosse la cosa più normale di questo mondo, alle 6 e mezzo di mattina, in pieno inverno, contro una vetrina, per strada.Ho rispettato la sua voglia di anonimato, il suo trincerarsi dietro un niente, il suo voler sparire ed essere normale.Non è uno dei gatti randagi che spesso raccogliamo per strada. Ad un certo momento avrà scelto anche questo andare invece che un rifugiarsi.Avrà avuto la mia età.Certo è più ordinata di me, le cose splendidamente impilate nel carrello. Ho lasciato il portone socchiuso: c'era ancora un po' di buio da far passare aspettando il giorno, meglio al riparo.Lascio il portone socchiuso tutte le sere, da allora. Non l'ho più incontrata, certo adesso sa i miei orari. Ma la sua assenza spesso mi aspetta al mattino. Dolore e solitudine. Un grammo di gratitudine.