Abbandonare Tara

Il posto delle fragole


 
Morgan Weistling, Strawberry Jam  Quest'anno abbiamo avuto poche fragole: anche la gioia di vederle, innaturali, quasi mummificate nei cestini di plastica del supermercato (il colpo di fulmine d'amore che ogni volta quel rosso cosparso di punti neri mi suscita) è stata breve. E sapevano ancor più di falso, di alieno, escluse com'erano da ogni relazione con il mutevole, autunnale, clima del mondo di fuori.E' stato un vero peccato, una mancanza, per il nostro essere in divenire che ancora tenta di muoversi nella vita con la bussola dei sapori e dei colori, delle aspettative naturali, dei segnatempo e dei segnaposto.Manca la fragola, manca quel gusto aspro, quella nascosta dolcezza che sa quasi di agrume, il sottile piacere masochistico del ritrovarsi i piccoli semi neri tra i denti.Manca di accompagnare fragole con panna. La voluttuosa panna, la soffice bianca esaltazione del latte, quello che il superfluo è per il necessario, la ricompensa, il gusto di avere, una volta ogni tanto, lo strappo alla regola innocente e innocuo, ma con quel tanto di proibito che ne amplifica il piacere.Sapore aspro e dolce, limone e zucchero, vino talvolta. Marmellata sul pane.Talvolta la natura si nega. />