Abbandonare Tara

Estate dell'Ottocento


   "Fuori, un altro sole. Strade del Mezzogiorno, sotto l’ardente azzurro del cielo, tagliate da violente ombre violacee. E la gente vi passa, pur così carica di vita e di colori, ariosa e leggera. Voce nel sole e selciati sonori." (Luigi Pirandello, "Berecche e la guerra")  Sono i Macchiaioli, da sempre, ad accompagnare il mio ingresso nell'estate. Limpidi orizzonti, la campagna che inizia a farsi gialla, sotto il sole che brucia ogni giorno di più. 
Silvestro Lega, I fidanzati E' grazie a loro, alla minuta poetica del vero, al loro innamoramento per le periferie campestri della Firenze della seconda metà dell'Ottocento, se possiamo vedere con gli occhi colori e atmosfere dell'assolata estate della piccola borghesia e del popolo, che altrimenti conosceremmo solo dalle parole del narrare. 
Giuseppe Abbati, Passeggiata con l'ombrellino Il lungo fiume alla ricerca di un immaginario refrigerio, l'ombrellino, immaginaria difesa e conservazione della bellezza pallida, sogno di un'epoca remota anche in questo. E la città è là in fondo, una macchia dietro la macchia degli alberi; e pensare che oggi questa riva solitaria non è nemmeno tanto periferia, è città, palazzi, semafori e traffico. 
Cristiano Banti, Il ritorno dalla Messa Estate è la luce accecante del mattino, che costringe a coprirsi gli occhi con la mano, difendersi dal riverbero che staglia, bianchi, gli edifici in lontananza, i monti.   
Vincenzo Cabianca, Passeggiata al mare E' il mare che appare ancora lontano, ancora soltanto meta di passeggiate, remoto, come un'altra campagna, azzurra e salata.