Abbandonare Tara

Canicola


  
LUCIAN BERNHARD, Catnap  C'è qualcosa di liturgico, nello stare sotto il sole cocente dell'estate, nel rito dell'abbronzatura, nella fuga della siesta, nell'illusione dell'ombra chiazzata della boscaglia lungo le dune della spiaggia.C'è la purificazione, l'attrazione del fuoco, il lasciarsi consumare, l'espiazione.C'è la dimenticanza, l'assoluzione, il perdono, il lasciarsi scivolare addosso il passato e il presente. Mi immergo lentamente, ripetendo un gesto consueto e a lungo meditato, in questo caldo voluto e cercato, torno all'origine di un mondo, in cui sole e calore significavano qualcosa di più che non moda e confronto.Niente come addormentarsi in questo caldo smemorante e smemorato, Niente di così terapeutico e consolante.Ho l'illusione che in esso si brucino ferite e passioni, che la pelle non si scotti, ma si rinnovi, che il sorgere e il tramontare eternamente continuinoi a dare eternità a ciò che sono e ciò che amo.   Siesta sotto il masso.E’ estate. E’ lei,sente, lo è,erta, perdutamente. Le fonde,dentro, nell’imoil proprio istante.Puro tutto cuoce,carbonizza, flagra.Ombra a picco, avara,nuda terra crettataSi sgretola, si polverizza.Vampa, bocca di fornace,non per annientare,per rigenerarevita dalla cenere.E noi dentro quel fuocoresine stillanti, ohliberazione dalle scorze.(Mario Luzi)