Abbandonare Tara

quattro


"Quattro" è il figlio piccolo: lo sarà sempre, per tutta la vita (la mia di certo: ma forse anche per tutta la vita dei suoi fratelli. Povero lui
)Nacque per compagnia: mio marito si era fissato che "TRE" non poteva essere solo, che doveva avere un fratello che fosse vicino a lui d'età. Nacque e fu subito il coccolo di tutti: naso a patatina, occhioni grandi, guanciotte tonde, tenero e morbido. Un cucciolo anche nel fisico. E capì subito che quello era il suo ruolo: dosando con abilità inconscia e istinto infallibile tenerezza e dispetti, coccole e permalosità, tiene sempre sulla corda tutti. Tutti pronti a fare qualsiasi cosa per lui, pur di avere il dono dei suoi sorrisi rari, che escono da sotto un broncio fittizio, fatto apposta per farsi ancor più amare e cercare e coccolare.E' il figlio da cui desideri tornare quando sei via. Che desideri sentire a telefono. Che vuoi viziare e premiare e lodare. Quello che vuoi andare a prendere a scuola per farlo tornare presto al calduccio di casa. Quello a cui pensi per primo se fai un regalo. Perché è anche quello che finge di non vederti e non alza gli occhi dalla playstation; quello che ti scosta brusco se solo provi a dargli un bacio; quello che sdegna tutti i pranzetti che fai; quello che pianta grane terribili per un nonnulla.Ma è anche quello che ha paura del buio, della morte; che viene a cercare protezione e conforto. Che ti telefona al lavoro solo per salutarti. Che ti si struscia intorno come un gatto. Che mangia barattoli interi di nutella di nascosto.Quello sulle cui spalle sta il grande privilegio e il grande peso di essere il piccolo di casa.