Abbandonare Tara

Sottobraccio


 
GianDomenico Tiepolo, La passeggiata L'appuntamento era in agenda. Lavoro. Non riusciamo da tempo a parlare con un po' di calma, fare nuovi progetti, cercare di portare avanti quelli già iniziati che spesso stagnano, per colpa mia, colpa tua.Anche per vederci ci siamo dati un appuntamento telefonico e poi abbiamo deciso per una cena: impossibile fare altrimenti, impossibile trovare un'altra ora.Poi, alla fine, davanti al pesce e al vino, finalmente calmi, finalmente senza ansie di altri impegni a seguire, ci siamo parlati al di là del parlare.Figli, aspettative, rimpianti, affetti che muoiono, vecchi ricordi di infanzie che non si sono mai incontrate.Poi una passeggiata. Un martedì di novembre, un caldo e piacevole autunno, ma novembre: e finalmente la città è quasi vuota. Camminare verso una chiesa, dicendoci nel frattempo che non ne valeva la pena, che la facciata era proprio brutta....e poi, arrivati, scoprire che addirittura non era visibile, impalcature e restauri.Una franca risata. Tornare indietro, né piano né in fretta. Sottobraccio. Parlare finalmente anche di lavoro.Un'amicizia serena che nasce, anche così, anche adesso, anche dopo anni.Anche alla nostra età.Da quando morì Marco, in fondo, è come se ne avessi sempre cercata una, un'altra.Abitavi anche tu in quella zona della città. Che sia una traccia?