Creato da aboutnoi il 24/12/2006

about me

***** **

 

 

« ART COREPENE d'attore »

ma quale titolo? l'immagine si commenta da sola.

Post n°498 pubblicato il 13 Agosto 2009 da hanteras_varsamt

merditalia 2

Commenti al Post:
hanteras_varsamt
hanteras_varsamt il 13/08/09 alle 11:51 via WEB
non tanto per la valigia sul sedile quanto per la croppa sul poggia testa. Poichè stavo con il gesso, non potevo alzare il trolley sullo spazio apposito. (che poi è una posiizone assurda: da tempi della diligenza: ernie e strappi a gogo)
 
 
hanteras_varsamt
hanteras_varsamt il 13/08/09 alle 11:53 via WEB
il bello è che il controllore si è procurato di farci sapere che le ruote avrebbero sporcato i sedili, di poco meno lerci del poggiatesta: poichè sapevamo, però, che lo avrebbe detto, mettemo sotto dei giornali che l'omino delle pulizie a Tirano non portò via. insomma, tra le altre cose ho perso gli occhiali. Fanculo. se a qualcuno capita di perdere robe in treno, legga sotto.
 
   
hanteras_varsamt
hanteras_varsamt il 13/08/09 alle 11:53 via WEB
Addio ufficio oggetti smarriti Ritrovarli sarà quasi impossibile Nel 2008 recuperati 3.500 fra ombrelli, telefonini, protesi e passeggini Un windsurf smarrito al «Bureau des objet trouvés» di Parigi, il più grande d’Europa con 70 mila oggetti depositati ROMA — In quella valigia rossa c’erano ma­glie e mutande di un bambino di quattro anni, le sue scarpe da ginnastica preferite, quelle con la suola che si illumina ad ogni passo, e una pistola di plastica verde che, secondo il proprietario, «spara vero fuoco e anche veri proiettili»: quando lui e suo padre scendono dal treno e capiscono di averla dimenticata a bordo, vanno a passi rapidi all’ufficio oggetti smarriti, «perché vedrai — dice il papà — è un posto fantastico, buio e misterioso nel quale mettono tutte le cose di­menticate, i ladri non possono prenderle perché il capotreno le raccoglie nei vagoni e le porta lì, anche le cose più preziose, sì, an­che i pennarelli blu, anche i giocat­toli, tutto, il capotreno è un brav’uomo, vedrai, domani porte­rà lì anche la nostra valigia», sorri­de quel papà. Che ancora non lo sa, ma quella che ha appena racconta­to è poco più di una favola, di un ricordo sgranato, è la storia tratta da un’Italia che faceva attenzione a tenere viva la speran­za. Invece, da una decina di giorni, l’ufficio og­getti smarriti, nelle stazioni, non c’è più. E chi dimentica qualcosa sul treno torna a casa con una certezza: non la ritroverà. La speranza, a quanto pare, è andata smarrita. L’ufficio della stazione Termini in questi an­ni ha conservato, e in molti casi restituito, più di centomila oggetti. Era lì dal 1934, grazie a una legge dello Stato, e in breve ne nacque uno in ogni stazione, almeno in quelle più grandi. Funzionavano: a Bologna, Firenze, Milano, To­rino, Bari, Palermo, Napoli, Genova e Venezia, nel 2008, sono stati recuperati 3.500 tra om­brelli, telefonini, portafogli, protesi, passeggi­ni, e più di mille sono stati riconsegnati ai pro­prietari. Invece nelle stazioni più piccine, an­che se ufficialmente non c’era un luogo fisico dedicato agli oggetti smarriti, subentrava la di­sponibilità di ferrovieri e capotreni e così le sa­le per i bagagli venivano usate anche per con­servare ciò che i viaggiatori avevano dimenti­cato: in ogni scalo, comunque, c’era una stan­za per andare a chiedere, per depositare la pro­pria speranza. Tutto ciò che nessuno reclama­va, poi, finiva all’asta, ogni sei mesi: chi le ha frequentate le racconta come «uno spettacolo, si trovava ogni tipo d’oggetto e ogni tipo di ac­quirente». Adesso, non più: si possono consul­tare siti web dedicati agli oggetti smarriti, al massimo. «Abbiamo dovuto razionalizzare i servizi ac­cessori — spiegano da Trenitalia —. Da quan­do siamo diventati una società per azioni non abbiamo più gli obblighi che avevamo prima». Significa che hanno cancellato ciò che non pro­duce denaro. E la disponibilità verso il prossi­mo, si sa, non è un affare. Così, ora, ciò che si smarrisce sul treno ha una fine certa: diventa preda dei «cercatori d’oro — racconta un ferro­viere — insomma quelli che salgono sui treni quando tutti scendono, e prendono ciò che tro­vano. Povera gente, disperata». Ma il persona­le di Trenitalia che al capolinea raccoglie gli og­getti dimenticati? «Non c’è più». E siccome in pochi sanno dei predatori degli oggetti perdu­ti, è probabile che chi perde qualcosa provi a telefonare a Trenitalia: ed è così che si entra nel labirinto acustico dei call center, voci regi­strate che promettono e non mantengono, vo­ci umane che si scusano o inventano scuse. Soprattutto, costano. L’89.20.21, ad esem­pio: dal cellulare 15 centesimi alla risposta e quasi un euro e mezzo per ogni minuto. La vo­ce metallica dice che si può scegliere tra sei op­zioni, le elenca, e la sesta è per «parlare con un dirigente dell’assistenza passeggeri»: musichet­ta e poi la voce dice che «il servizio è attivo dal lunedì al venerdì dalle tredici alle quattordici». La linea cade, due minuti di tempo. Tra l’una e le due, va peggio: l’attesa, non volendo «perde­re la priorità acquisita», dura dieci minuti, poi l’operatrice «Antonella» dice che «questa linea è esclusivamente per prendere appuntamento con un dirigente». Non me ne può passare uno? «No, il disco lo dice chiaramente, solo prendere appuntamento». Invece no: il disco di­ce altro e la telefonata è durata, in tutto, dodici minuti. E la valigia chissà dov’è. Allora si può richiamare, scegliere l’opzione cinque, ed ecco che «l’operatore A321», final­mente, ammette: «Non è più compito di Treni­talia accettare gli oggetti smarriti, o recuperar­li, ci pensa il Comune». Solo che chie­dere all’ufficio comunale romano, sem­plicemente, non serve: «Trenitalia so­no anni che non ci porta niente». Uffi­cialmente, il sito di Trenitalia «avvisa la gentile clientela che dal 13 giugno 2009 non si accetteranno più oggetti rinvenu­ti. Chiunque si presenterà in assistenza per la consegna di tali oggetti, sarà invita­to a recarsi agli uffici comunali come pre­visto dal codice civile». Traduzione: chiun­que si preoccuperà del prossimo, e lo aiute­rà restituendo l’oggetto smarrito, è inutile che venga da noi, vada altrove. La speranza, nelle stazioni, è andata smarrita. Anche se non è facile da spiegare a un bambino: «E la mia pistola? E le mie scarpe con le luci? Ma non hai detto che le mettevano in un posto fantastico?».
 
     
hanteras_varsamt
hanteras_varsamt il 13/08/09 alle 11:53 via WEB
http://www.corriere.it/cronache/09_giugno_25/oggetti_smarriti_capponi_20d5c172-614e-11de-80bb-00144f02aabc.shtml
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

AREA PERSONALE

 

FACEBOOK

 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963